Roma, 3 marzo 2021 – “Il Paese non può fallire la programmazione del Recovery Plan: è un’occasione irripetibile per dare concreta speranza ai giovani e superare le troppe differenze ancora presenti fra regioni; per cogliere tali obbiettivi ed uscire al meglio dalla pandemia è necessario porre la valorizzazione del  territorio al centro delle politiche di rilancio e resilienza”: ad indicarlo è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio (ANBI), i cui vertici sono stati auditi dalla Commissione Ambiente del Senato nell’ambito dei confronti sul Piano propedeutico al Next Generation EU. “Oltre alla salute – commenta il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi – la pandemia ha esaltato il valore del cibo, la cui qualità, di fronte alla crisi climatica, è sempre più dipendente dalla disponibilità d’acqua. Nello scorso decennio abbiamo registrato ben 3 annate siccitose e per questo proponiamo la realizzazione di 23 nuovi invasi, il completamento di altri 16 ed il recupero funzionale di ulteriori 90 bacini nell’ambito del Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese, che prevede complessivamente 858 progetti esecutivi per un investimento di oltre 4,5 miliardi di euro, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro. Sull’Italia piovono mediamente ogni anno circa 1000 millimetri di pioggia; dobbiamo aumentare la percentuale dell’11% che attualmente siamo in grado di stoccare per i periodi di crisi idrica. Al contempo bisogna ottimizzarne l’uso e per questo i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono in grado di fornire il miglior consiglio irriguo.” “Per fare ciò– aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – servono investimenti in tecnologia, così come servono per contrastare il dissesto idrogeologico, passando dalla logica  dei ristori e dell’emergenza a quella della prevenzione, che peraltro costa 5 volte meno. Abbiamo redatto il nostro Piano – conclude Gargano – come occasione di sviluppo per il territorio e la sua agricoltura nel segno della sostenibilità e della transizione ecologica. Al Parlamento chiediamo un impegno per riequilibrare le risorse del Piano Nazionale di Resilienza e Rilancio, oggi penalizzanti il made in Italy agroalimentare che è irriguo.”