Roma, 19 marzo 2020 – “Siamo preoccupati per l’approccio ragionieristico della Commissione Ambiente dell’Unione Europea, le cui politiche non considerano adeguatamente i valori ecosistemici dell’irrigazione, che restituisce all’ambiente, in una logica di circolarità, una risorsa spesso qualitativamente migliore di come viene prelevata.  E’ questa la dimostrazione di come, sul tema acqua, vada fatto uno sforzo comune per affrontarlo in maniera complessiva, sulla base della conoscenza ed il primo, importante obbiettivo raggiunto dal Libro Bianco “Valore Acqua per l’Italia” è proprio di avere fatto sintesi fra culture ed interessi diversi.” A dirlo è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto all’odierno webinar, che, causa emergenza coronavirus, ha sostituito la presentazione ufficiale dello studio, prevista a Roma ed organizzato da “The European House Ambrosetti”. “I cambiamenti climatici hanno ormai trasformato in irrigua tutta l’agricoltura italiana, impegnata da anni, attraverso la ricerca applicata, condotta dai Consorzi di bonifica ed irrigazione, ad ottimizzare l’uso colturale dell’acqua. In questo, è ora determinante il ruolo protagonista, che deve assumere lo Stato attraverso adeguati investimenti nel settore idrico perché, se è vero che l’acqua va risparmiata, ciò non deve mettere in crisi il comparto primario. Oggi, infatti, il cibo è irriguo anche in termini economici; basti pensare che l’agricoltura specializzata produce, pro capite, 250 giornate di lavoro contro le 4 giornate necessarie per le colture invernali. Non solo: l’acqua – aggiunge Gargano – è elemento fondamentale per la creazione di oltre 287 miliardi di valore aggiunto, vale a dire il 17,4% del Prodotto Interno Lordo, percentuale che pone l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania. È necessario, quindi, investire nel Piano Nazionale Invasi per aumentare l’attuale percentuale, pari all’11%, nella raccolta di acqua piovana; l’alternativa è il ripetersi della logica degli stati di calamità che, come abbiamo più volte evidenziato, riescono a risarcire solo il 10% di quei 10 miliardi di danni, che annualmente l’estremizzazione degli eventi atmosferici causa alla nostra agricoltura. Entro l’estate – annuncia infine il Direttore Generale di ANBI – presenteremo un Piano Nazionale Strategico di manutenzione ed infrastrutturazione idraulica del territorio, fatto da progetti esecutivi, elaborati dai Consorzi di bonifica ed irrigazione in una logica di fruizione multifunzionale della risorsa acqua; contestualmente torneremo a chiedere di concludere le tante opere incompiute, spesso ferme nelle pieghe della burocrazia e già costate troppo in termini di risorse pubbliche.”

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