Servono scelte normative ed investimenti. Massimo Gargano, “Dalla bellezza dei territori un’alleanza dal basso per la qualita’ della vita e l’economia! la proposta ANBI al Politecnico di Torino”

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Roma, 28 marzo 2019 – “Sono ricchi di suggestioni per la sostenibilità  i circa 200.000 chilometri di canali gestiti dai Consorzi di bonifica: se in termini energetici possono essere interpretati come un grande serbatoio per il mini-idroelettrico, i 400.000 chilometri di argini, da Nord a Sud, possono essere visti anche come una straordinaria rete per la viabilità  a piedi o in bicicletta”: a disegnare l’immagine è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), in sintonia con la F.I.A.B. (Federazione Italiana Amici Bicicletta) ed  intervenuto a Torino ad un convegno su ciclovie e corsi d’acqua, organizzato dal Politecnico. Nell’occasione, ANBI ha chiesto la costituzione di un tavolo nazionale con tutti i soggetti interessati per trasformare in asset economico, un’altra straordinaria opportunità turistica del nostro Paese: i paesaggi d’acqua e di bonifica. “Serve una chiara e praticabile normativa nazionale sulla fruizione degli argini, la cui manutenzione idraulica è in capo ai Consorzi di bonifica, che non possono, però, farsi carico, con le sole risorse dei consorziati, del loro adeguamento a fini turistici” aggiunge il dg ANBI. Ne sono esempio le esperienze per la valorizzazione degli itinerari lungo il Canale Cavour, in Piemonte ed il canale Villoresi, in Lombardia. In entrambi i casi, la lungimiranza dei Consorzi di bonifica gestori si scontra contro una miriade di norme e responsabilità a dispetto del successo, che riscuote la fruizione di ambienti unici e tuttora marginali. ”Bisogna creare partnership dal basso per stimolare le scelte verso nuove opportunità di economia  turistica, funzionali anche a mantenere il presidio delle imprese agricole – conclude GarganoIn Italia, la costante manutenzione del territorio non è ancora patrimonio del sistema Paese, nonostante sia stato dimostrato come intervenire in prevenzione costi  7 volte meno dell’intervenire in emergenza. Servono risorse, ma soprattutto serve un nuovo approccio culturale: ANBI è disponibile ad alleanze di futuro.”