RAPPORTO ISPRA SU DISSESTO IDROGEOLOGICO IN ITALIA. ANBI PROPONE ALLE FORZE PRODUTTIVE UN’ALLEANZA PER IL TERRITORIO: L’ECONOMIA DELLA MANUTENZIONE E’ UN FATTORE DI SVILUPPO
Roma, 30 luglio 2025 – Come costantemente segnalato dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, l’Italia è un Paese a crescente rischio idrogeologico: a certificarlo è ora il 4° Rapporto Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) presentato a Roma; ad essere in pericolo è il 23% del territorio nazionale, interessando il 94,5% dei comuni, dove vivono 5.700.000 persone, di cui 1.280.000 in zone ad elevata o molto elevata pericolosità; ad essere minacciate sono oltre 582.000 famiglie, 742.000 edifici, quasi 75.000 unità produttive, 14.000 beni culturali.
I dati evidenziano come il rischio idrogeologico sia un fattore non solo sociale, ma economico: intervenire in prevenzione costa assai meno che riparare i danni, senza considerare che l’insicurezza da frane ed alluvioni rallenta fortemente lo sviluppo locale.
“Da anni non si stanziano adeguate risorse per la salvaguardia del territorio, privilegiando gli interventi in emergenza – ricorda Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI) – Di fronte all’accentuata fragilità orografica e ad una rete idraulica inadeguata all’estremizzazione degli eventi atmosferici, i dati dimostrano che c’è urgente necessità di programmare un Piano Straordinario di Manutenzione del Suolo, finanziato con almeno 1 miliardo di euro all’anno. Contestualmente servono misure per contrastare il progressivo abbandono delle aree interne, pari al 60% della Penisola e dove vivono oltre 13 milioni di abitanti: sono zone determinanti per la sicurezza idrogeologica degli insediamenti urbani a valle.”
“Per questo – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – il permanere dei servizi essenziali ad una comunità non può essere valutato solo in termini di bilancio economico, ma si devono considerare quantomeno i benefici ecosistemici, garantiti dalla presenza dell’uomo sul territorio, che riteniamo debba essere il perno di un nuovo modello di sviluppo per il Paese. I Consorzi di bonifica ed irrigazione continueranno a fare la loro parte e rilanciano la proposta di un’alleanza per il territorio con le altre forze produttive del Paese: l’economia della manutenzione è un’opportunità per tutti e tutela le nostre comunità!”