Bologna, 5 febbraio 2019 – Il Canale Emiliano Romagnolo come ultima risorsa a cui si sono rivolti i Sindaci dei comuni colpiti dalla esondazione del Reno, per scongiurare danni irreparabili ai loro territori.
I tecnici CER degli impianti della Crevenzosa e Pieve di Cento hanno lavorato notte e giorno per impedire che l’acqua esondata dal Reno, a seguito della rotta, sommergesse zone ancor più ampie del territorio della bassa bolognese. Il CER in realtà ha funzioni irrigue e non di difesa idraulica, ma in questo caso il suo uso ha impedito che che alcuni comuni fossero raggiunti dall’alluvione.
I tecnici del CER sono intervenuti in una situazione di emergenza e sono riusciti a scongiurare il peggio grazie a manovre idrauliche inedite, effettuate sotto l’abile coordinamento del Direttore Tecnico del Consorzio, ing. Marco Menetti.
Sono state azionate in via eccezionale le opere idrauliche degli impianti per dirottare l’acqua del Reno, confluita nel canale Riolo che pure stava esondando, per immetterla nel sistema idraulico del CER e convogliarla in Po tramite il Cavo Napoleonico. Le pompe hanno sollevato 10 metri cubi al secondo d’acqua per oltre 24 ore immettendo l’acqua esondata nel CER verso la Romagna, trattenendola nel canale. L’intervento del Consorzio CER, congiunto con quello della Bonifica Renana, ha quindi permesso di ridurre i danni dell’esondazione del Reno.
L’operazione di un uso improprio del canale irriguo con repentine e violente immissioni di ingenti volumi d’acqua potrebbe aver messo a rischio la stabilità degli argini dell’adduttore, ma la priorità è stata ovviamente data al territorio e soprattutto alla sicurezza della popolazione dei Comuni così gravemente colpiti dalla rotta del Reno.