Piacenza, 19 novembre 2015 – Sono 72,509 i milioni di metri cubi di acqua che il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha erogato con continuità al comparto agricolo del piacentino per contrastare nel 2015 una delle più intense siccità degli ultimi anni causata soprattutto dal luglio e dall’inizio di agosto più afosi degli ultimi 150anni. 45 giorni ininterrotti senza precipitazioni piovose degne di menzione particolare, con temperature al di sopra 4° rispetto alle medie del periodo, hanno disegnato i contorni di un contesto molto complesso che, senza il contributo irriguo della bonifica, poteva causare ulteriori e gravi ripercussioni per le colture tipiche che stanno alla base della economia agroindustriale del nostro territorio. Un contributo straordinario in termini di distribuzione della risorsa che se da una parte evidenzia e conferma la “grande sete” del Nord del paese con conseguente allarme costante per le colture, dall’altra, palesa l’assoluta priorità di programmare concretamente un piano strategico generale più ampio per l’ approvvigionamento idrico. Se i danni si misurano infatti nel breve periodo e l’attenzione collettiva si intensifica nei mesi estivi è bene sapere che il cambiamento climatico con l’incremento delle temperature e del tasso di umidità comporterà problematiche pericolose sulle orto-colture soprattutto nel lungo termine. Il Consorzio di Bonifica di Piacenza, da parte sua, oltre a rendere efficiente la propria rete distributiva grazie ad una manutenzione capillare dei canali artificiali in pianura e grazie all’eccellenza non comune rappresentata dai numerosi acquedotti rurali montani che raggiungono le zone più impervie dell’Appennino, ha offerto un rifornimento di acqua essenziale attraverso l’attività delle due dighe che ha in gestione Mignano e Molato. Invasi che sempre di più si sono dimostrati essenziali per il territorio in cui sono inseriti sia per la mission irrigua per cui sono stati creati in passato con grande lungimiranza, sia per il ruolo decisivo giocato a salvaguardia complessiva del comprensorio in caso di piena alluvionale. In Val Tidone i numeri parlano chiaro: l’area irrigata dalla diga del Molato è vastissima e comprende ben 13mila ettari con un accumulo possibile di capacità massima di acqua di 9 milioni cc, in Val d’Arda l’estensione territoriale interessata è addirittura superiore e arriva a 14mila ettari con oltre 11 milioni di mc contenuti. Ecco l’elenco dettagliato in milioni di metri cubi delle distribuzioni consortili di risorsa acqua al territorio agricolo da Giugno a Settembre 2015: Tidone 8,75 – Trebbia 20,907 – Basso Piacentino 34,230 – Arda 8,656.

Il Consorzio inoltre, in collaborazione fattiva con il Canale Emiliano Romagnolo e i suoi laboratori di ricerca tecnico-scientifica, proponendo in modo sistematico il sistema operativo IRRINET-IRRIFRAME, un innovativo servizio web tecnologicamente avanzato e di semplice utilizzo, ma di consistente beneficio economico per l’imprenditore agricolo, consente, diffondendo la cultura applicata del risparmio idrico e dell’ uso virtuoso di preziosa risorsa, un uso del tutto razionale dell’acqua disponibile. Da oggi poi, come servizio aggiuntivo, l’agricoltore piacentino ha uno strumento pratico in più e la possibilità reale di calcolare – attraverso la app gratuita e scaricabile IRRIVOICE di ANBI : la quantità di acqua piovana che si infiltra nel terreno, la stima dello stress idrico della coltura, la simulazione della crescita dell’apparato radicale e l’avvicendamento delle diverse fasi fenologiche delle colture, la stima dell’apporto di falda, il calcolo del flusso delle acque attraverso tre strati di suolo, calcolare l’esatto volume di acqua necessaria per il terreno occupato dalle radici delle singole colture proprio nel giorno in cui viene effettuata la richiesta specifica di irrigazione. Questi sistemi innovativi, integrati con il nuovo sistema WEBGIS di ultima generazione, (recentemente presentato ad EXPO e ideato dal Consorzio di Piacenza), dimostrano come la Bonifica, grazie all’esperienza maturata nel tempo e in virtù delle professionalità interne – attraverso  l’analisi dei dati storici e di quelli più aggiornati – riesce a fornire importanti rilevazioni statistiche e strumenti concreti per migliorare la quotidianità e il reddito degli agricoltori e dell’intera comunità.

 

DATA_INIZIO DATA_FINE VOL_EROGATO (IMMESSO NELLA RETE AI FINI IRRIGUI)
TIDONE 04/06/2015 15/09/2015 8,715,186
TREBBIA 29/04/2015 15/09/2015 20,907,072
BASSO PIACENTINO 09/04/2015 11/09/2015 34,230,940
ARDA 04/06/2015 11/09/2015 8,656,000


totale METRI CUBI 2015: 72.509.198

 

TABELLA "IRRIGUA" DEI DISTRETTI DEL CONSORZIO NEL PIACENTINO

DISTRIBUZIONE RISORSA IDRICA A FINI IRRIGUI

il Consorzio nel settore dell’irrigazione esercita le seguenti funzioni:

       la progettazione ed esecuzione di opere in concessione statale per la derivazione, la raccolta, l’adduzione e la distribuzione delle acque;
       la progettazione ed esecuzione di opere finanziate con la contribuzione per la manutenzione delle derivazioni, opere di raccolta, impianti di sollevamento, reti di adduzione e distribuzione delle acque;
       la manutenzione ed esercizio di tutte le opere;
       la gestione della distribuzione della risorsa;
       l’esecuzione di opere comuni a più fondi di competenza privata obbligatoria;
       l’assistenza alla proprietà consorziata.

 L’attività irrigua garantisce inoltre molteplici funzioni ambientali, tra le quali:

       il ritorno della risorsa idrica nel ciclo naturale, senza costi di depurazione e la ricarica delle acque di falda;
       il mantenimento dell’ambiente, tutelando l’ecosistema naturale (flora e fauna) presente nei canali e negli invasi e la salvaguardia del paesaggio rurale, con la conservazione delle colture irrigue tradizionali;
       un terreno umido che conserva la sostanza organica, la fertilità del suolo, la primaria importanza dell’ecosistema delle piante e contrasta la progressiva trasformazione del terreno da fertile in deserto per i cambiamenti climatici e/o geologici, e l’erosione delle parti superficiali del terreno stesso, dovuta all’azione di agenti atmosferici;
       la presenza di un’agricoltura fiorente nel territorio, elemento importante di stabilità sociale ed economica.