Roma, 27 luglio 2015 – Quanto accaduto nel Veneto, dove le sale operative della Protezione Civile sono state tenute in allarme per possibili locali temporali, è la fotografia del rischio, che il nostro Paese sta correndo di fronte al caldo torrido ed ai cambiamenti climatici, che lo stanno tropicalizzando. Paradossalmente, nel momento in cui aumenta l’allarme siccità con i livelli di fiumi e laghi in costante decrescita, cresce il pericolo di alluvioni al registrarsi delle attese piogge. Per essere utili, infatti, sono necessarie precipitazioni costanti e protratte nel tempo, mentre un rovescio violento e localizzato cadrebbe su un terreno inaridito e quindi poco permeabile, aumentando così "l’effetto ruscellamento”, che può avere conseguenze gravi per l’equilibrio idrogeologico: ad affermarlo è l’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI).
“Tale rischio – prosegue il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi – è accentuato dall’inarrestabile cementificazione, che asfalta circa 55 ettari al giorno, cioè tra i 6 e 7 metri quadrati al secondo; per questo, ribadiamo la necessità della sollecita approvazione della legge contro il consumo di suolo. Oltre a ciò, torniamo a chiedere un Piano Nazionale degli Invasi medio-piccoli, soprattutto nelle aree pianeggianti e collinari del Centro-Nord, molti dei quali già compresi nel nostro Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, che prevede 3.335 interventi per un investimento di quasi 8 miliardi e mezzo da finanziare con mutui quindicennali; tali bacini servirebbero a raccogliere le acque di piena, evitando disastrosi allagamenti soprattutto nei centri urbani, per riutilizzarle nei momenti di bisogno come gli attuali. Non è più sostenibile un Paese che, per 6 mesi è a rischio alluvioni e per altrettanti è a rischio siccità!”