Un andamento ampiamente positivo della gestione economica, circa 400 milioni di metri cubi di acqua movimentata, 60.000 ore di funzionamento degli impianti di pompaggio, forte incremento delle ore di irrigazione alle imprese agricole consorziate, che in destra Panaro sono aumentate dell’80% (da 5847 a 10385).
Si chiude positivamente il conto consuntivo del Consorzio di bonifica di Burana per l’esercizio 2001, recentemente approvato dal Consiglio di amministrazione del Consorzio presieduto da Elio Molinari. Di grande intensità l’azione di manutenzione (diserbo meccanico ed espurgo) della rete dei canali svolta dal Consorzio sia per favorirne l’invaso ottimale e agevolare la distribuzione irrigua, sia per favorire il deflusso delle acque di pioggia durante la stagione autunno-invernale. Per manutenzione ed esercizio delle opere sono stati spesi oltre 2,8 milioni di euro, i diserbi hanno interessato oltre 3 milioni di metri lineari per 21.553 ore di attività; gli espurghi 70.421 metri lineari.
Il presidente del Consorzio, Elio Molinari, vede confermata la ‘sanità strutturale’ del Consorzio in linea con gli obiettivi prefissati: potenziare gli investimenti ordinari e straordinari sul reticolo di bonifica in pianura e montagna, migliorare i servizi ai consorziati, investire non solo in una logica contingente ma di futura prevenzione e pianificazione territoriale, conservare una riserva strategica da reinvestire sul territorio.
Molinari è tornato a lanciare l’allarme sulla fragilità idrogeologica del territorio modenese, in particolare di quello dell’Appennino. “Ormai sono state censite dalla Regione più di 3000 frane in provincia di Modena, che interessano quasi un quarto dell’intera area montano-collinare. Finalmente si riconosce che i nostri allarmi e segnalazioni non erano strumentali o ideologici ma semplicemente frutto del lavoro di monitoraggio e vigilanza dei nostri tecnici. Mentre si discute delle competenze e su come devono essere ripartiti ruoli, compiti e funzioni, è quanto mai urgente ‘fare’ per evitare che, mentre si parla, il nostro Appennino frani a valle”. Il dissesto della montagna, aggravato dall’abbandono del territorio e dall’urbanizzazione sconsiderata, si ripercuote sulla pianura, minacciando insediamenti civili e produttivi. Molinari rilancia l’importanza strategica dello studio DISTART che ha evidenziato i nodi idraulici più critici della pianura modenese e le proposte per ridare al territorio un livello minimo di sicurezza idraulica ritenuto accettabile dalle nostre comunità.