mg-patto-acqua

Roma 30 novembre 2018 – “Siamo orgogliosi di portare a questo tavolo l’esperienza dei Consorzi di bonifica, che gestiscono circa 200.000 chilometri di canali e sono da tempo impegnati nell’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica attraverso la ricerca e l’applicazione di tecnologie innovative.” E’ questo lo spirito del breve intervento del Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, in sede di presentazione del Patto per l’Acqua, promosso dal FAI (Fonda Ambiente Italiano) e che vede, tra i primi 10 soggetti firmatari, anche l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue. Prosegue Gargano: “L’Italia vince la sfida della crescita, dell’occupazione, della competitività sui mercati globali  se mette, al centro della capacità competitiva, anche la bellezza e l’originalità dei valori dei suoi territori, che devono essere sicuri, ordinati, manutenuti, tutelati, valorizzati per  esaltare quanto di unico rappresentano. Ambiente, storia, cultura, paesaggi, cibo sono  driver, sui quali puntare per sviluppare l’ economia italiana;  l’acqua è un elemento vitale, ma  limitato, da tutelare e gestire con grande determinazione per avere territori idrogeologicamente sicuri, paesaggi d’acqua “mobili” e dinamici , cibo di qualità e in quantità giusta perché,  se la risorsa è disponibile, si possono programmare le produzioni, importante fattore competitivo, ma anche grande speranza contro la fame nel mondo.” “Il Patto per l’acqua costituisce, quindi – conclude il dg di ANBI – il tentativo virtuoso di coniugare esperienze e sensibilità diverse, ma tutte con l’obbiettivo di mettere la risorsa idrica al centro di scelte e politiche positive, tese  a valorizzarla in quanto “bene pubblico globale e collettivo”, elemento alla base dell’introduzione di nuovi strumenti di pianificazione come i Contratti di Fiume nelle loro varie declinazioni;  iniziative come il Patto puntano ad aumentare la consapevolezza nelle coscienze dei più giovani, ma anche in quelle dei decisori, chiamati a grandi responsabilità su temi quali i servizi ecosistemici erogati dall’acqua , l’invarianza idraulica nelle modifiche di destinazione dei territori, l’equo governo delle risorse idriche per contrastare la causa principale dei flussi migratori e dell’odioso “land grabbing” a discapito dei Paesi più poveri.”