OSSERVATORIO ANBI SULLE RISORSE IDRICHE QUASI UNA BEFFA: DOPO LA SICCITA’ ARRIVANO LE PIOGGE DI FINE ESTATE. MA IN AUTUNNO? FRANCESCO VINCENZI Presidente ANBI “NOI SIAMO IMPEGNATI A RISPETTARE I TEMPI DI LAVORI E CANTIERI, MA NON BASTA. AL GOVERNO DICIAMO: BISOGNA ACCELERARE SUL FINANZIAMENTO DI INVASI MEDIO-PICCOLI PER TRATTENERE L’ACQUA SUI TERRITORI”

Roma, 23 settembre 2021 – Quasi una beffa: terminata la stagione estiva ed avviata la progressiva riduzione della gran parte delle pratiche irrigue, arrivano le piogge, che riportano le disponibilità d’acqua verso regimi di normalità: a registrarlo è il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.

A beneficiarne di più sono significativamente le regioni caratterizzate da mesi di forte sofferenza idrica: in Toscana, migliorano  le portate dei fiumi Arno e Serchio, che tornano sopra la media stagionale (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana); succede così anche per i corsi d’acqua nelle Marche, dove alla regolarizzazione dei flussi in alveo  non corrisponde, però, un altrettanto evidente miglioramento dei volumi trattenuti  nei bacini, che permangono assai distanti dalla condizione registrata negli anni scorsi (circa 27 milioni di metri cubi contro gli oltre 34 del siccitoso 2017!).

E’ soprattutto al Nord Italia, però, che le piogge  hanno rimpinguato portate e volumi idrici.

Importanti incrementi si segnalano  per i laghi di Como e d’Iseo, che torna sopra la media, dove resta il  Garda che, perennemente in controtendenza,  cala tuttavia del 9%; stabile è il lago Maggiore.

Cresce  il fiume Po, la cui condizione si avvicina a quella del 2020, pur rimanendo al di sotto della portata storica del periodo.

In Piemonte, delle piogge beneficiano in particolare i fiumi Tanaro, Pesio e Stura di Lanzo mentre, in Valle d’Aosta, i 24 millimetri d’acqua, caduti in una settimana dal cielo, fanno elevare i livelli della Dora Baltea (portata: 73,30 metri cubi al secondo contro una media settembrina pari a mc/sec 10,00), ma non quelli del torrente Lys (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).

In Lombardia crescono  le portate del fiume Adda, così come quelle dei fiumi veneti: la migliore performance è del Piave, mentre la Livenza rimane al livello più basso del quinquennio.

Le piogge hanno portato un po’ di ristoro anche alle assetate campagne dell’Emilia Romagna pur se, con molta probabilità, l’anno idrologico chiuderà  in rosso; tra i fiumi della regione si segnalano in crescita Reno, Enza e Trebbia, che dall’“asciutta” risale ad una portata pari ad 1 metro cubo al secondo! Il  Savio rimane stabile a livelli bassi, mentre  il Secchia scende ed  il Taro resta al di sotto del minimo storico.

La fine dell’estate coincide anche con i primi bilanci stagionali: in Umbria le piogge localizzate sono diminuite fino al 70%!

Nel Lazio diminuiscono le portate dei fiumi del bacino Liri-Garigliano mentre, in  Campania, i fiumi Sele e Volturno appaiono stabili, il Garigliano è in aumento, il fiume Sarno in calo; i volumi del lago di Conza  e degli invasi del Cilento sono in rapida discesa.

In Basilicata e Puglia, dove le condizioni climatiche obbligano a proseguire l’irrigazione, si conferma determinante la condizione dei bacini artificiali, che rimangono con livelli superiori al 2020, nonostante in una settimana siano stati prelevati rispettivamente circa 10 milioni e 6 milioni di metri cubi d’acqua.

Non può dirsi altrettanto, infine, per la Sicilia, i cui invasi trattengono oggi circa un terzo della capacità complessiva al termine di una stagione, che sta caratterizzandosi come la più siccitosa del decennio, dopo l’ “annus horribiis” 2017.

“Quanto si sta meteorologicamente registrando sull’Italia al passaggio di stagione conferma la necessità di dotarsi di una rete di bacini per aumentare la capacità di trattenere le acque di pioggia sul territorio, quando arrivano, perché i prossimi mesi autunno-vernini non sono più sinonimo di precipitazioni diffuse e regolari come nel passato” evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

“L’aridità dei terreni aumenta in maniera esponenziale il rischio idrogeologico di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Gli 858 progetti definitivi, tra cui molti per invasi medio-piccoli, redatti dai Consorzi di bonifica ed irrigazione per l’inserimento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rispondono alla duplice esigenza di migliorare la distribuzione idrica sul territorio, riducendo al contempo il rischio di eventi alluvionali.”