Già vice sindaco del comune di Casina (Reggio Emilia), sostituisce Ugo Caccialupi e viene eletto nel consiglio di amministrazione del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. La sua analisi dell’ultima legge di riordino “utile per intercettare anche nuovi fondi europei”

CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE (25 luglio 2012) – “Se si riscuote in montagna si reinveste in montagna” – parole di Silvano Domenichini, nuovo consigliere del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che commenta così il riordino della legge regionale “che di fatto completa il rinnovamento della disciplina di bonifica dell’Emilia-Romagna”.
“Un percorso al quale la montagna guarda con molto interesse – prosegue Domenichini, perché questa volta la nostra Regione, tra le prime in Italia, ha completato la riforma delle bonifiche, con questa terza legge, cominciata con la riduzione dei consorzi da 16 a 8 e con il dimagrimento dei Cda e le loro nuove norme elettorali (leggi 5/2009 e 5/2010)”.
Silvano Domenichini, classe 1949, diploma di perito agrario e vicesindaco di Casina, è subentrato a Ugo Caccialupi (non più sindaco) in qualità di membro del consiglio di amministrazione del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.
“D’altro lato – prosegue il nuovo consigliere – è chiarito che i proventi derivanti dalle zone montane verranno utilizzati per manutenzione e prevenzione nei luoghi di riscossione, fornendo fondi ulteriori contro il dissesto idrogeologico soprattutto in un contesto non si ha certezza del ruolo futuro della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano e, quindi, anche di diverse sue attività in materia tutela idrogeologica. Non solo, i proventi delle zone montane possono essere una quota parte di fondi di progetti europei da intercettare”.
E mentre il vicesindaco di Casina esprime il proprio riconoscimento all’assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni “per quanto sin qui fatto”, ricorda quanto sia importante per Comuni e le future Unioni dei Comuni “concertare preventivamente i programmi di bonifica attraverso nuovi protocolli d’intesa. Anche in questo caso la strada dei protocolli siglata dall’Anci di Graziano Del Rio e dall’Anbi, per firma di Massimo Gargano, resta uno strumento ideale”. Da qui un appello: “Affinché i Comuni montani che ancora non lo avessero fatto “si attivino sin da ora per partire dal 2013 con le convenzioni con il Consorzio”.
“La necessità di interventi del territorio montano è elevatissima, in quanto i problemi del dissesto idrogeologico, del depauperamento del suolo e del soprassuolo, legato ad un continuo calo delle presenze e delle aziende agricole stanno portando a condizioni di degrado ormai insostenibili”.