MASSIMO GARGANO, Direttore Generale ANBI “È NECESSARIO CAMBIARE PARADIGMA CONTRO LA SETE NEL MONDO. IMPEGNAMOCI PERCHE’ L’ITALIA SIA LA SEDE DEL FORUM MONDALE SULL’ACQUA 2024”

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Roma, 23 giugno 2021 – “Hanno finito lo scavo e la prova di pompaggio. Ha una portata di 3 metri cubi e mezzo all’ora: è 3 volte più grande del pozzo, che abbiamo! C’è tanta acqua in questo nuovo scavo; la profondità totale è di m. 15,5 e l’acqua riesce a riempire quasi tutta la lunghezza, così da essere visibile ad occhio nudo. Tante,  tante grazie a tutti  voi.”

E’ questo l’entusiasta messaggio giunto ad ANBI dalla fattoria Tsinjo Lavitra, che in malgascio significa “Guardare oltre”, nata in Madagascar nel 2011, grazie all’onlus M.A.I.S. (Movimento per l’Autosviluppo Internazionale nella Solidarietà), per favorire l’autosufficienza delle famiglie contadine della comunità, promuovere l’utilizzo di tecniche aggiornate che aumentino la capacità produttiva, rafforzare i valori di cooperazione e sensibilizzare alla salvaguardia del territorio.  La fattoria é situata a 6 chilometri da Antsirabe, nella regione di origine vulcanica di Vakinankaratra sull’altopiano malgascio ed è, nell’intera area rurale,  l’unico esempio di struttura fornita di elettricità, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici.

La disponibilità d’acqua è cruciale per una fattoria: nel 2015, grazie al contributo di ANBI, l’acqua fornita dai pozzi venne convogliata in un  serbatoio tuttora utilizzato  e distribuita alle coltivazioni limitrofe tramite il primo impianto di irrigazione. Tra il 2019 e il 2020, grazie al finanziamento dell’8xmille della Chiesa Valdese, furono scavati due pozzi di profondità: uno d’acqua potabile (1300 litri all’ora)  ed uno d’acqua per uso irriguo. La nuova disponibilità idrica, unita alla fertilità del terreno, consentì il potenziamento delle coltivazioni fino a quel momento legate all’andamento stagionale delle piogge, nonché l’avvio di un orto comunitario.

L’acqua in queste zone, però, non basta mai, per cui i contadini si sono dati da fare per far scavare un nuovo pozzo nell’area Ovest della fattoria, non ancora servita da impianto irriguo e quindi non utilizzata, nonostante l’ottima qualità del terreno.  I lavori manuali di scavo sono iniziati nell’estate 2020, ma si sono dovuti interrompere presto per il rischio di crolli nella parete interna del pozzo. La provvidenziale donazione natalizia di ANBI  ha permesso di poter ultimare, in tutta sicurezza, lo scavo del pozzo. Ora il risultato della prova di pompaggio è sorprendente: la potenza dell’acqua è tripla rispetto a quella del pozzo del 2020!

 “E’ una bellissima notizia, ma  è solo una goccia davanti alla sete del mondo; testimonia  però il segno dell’ impegno, che è anche  alla base  del nostro convinto sostegno, affinché il World Water Forum 2024 si tenga in Italia sull’asse Firenze-Assisi-Roma – commentano Francesco Vincenzi e Massimo Gargano, Presidente e Direttore Generale di (ANBI) – Non si possono avere atteggiamenti distaccati di fronte alle morti per fame e sete, che minacciano ogni anno miliardi di persone. Va cambiata una cultura fatta di troppa retorica e poca concretezza. La crisi climatica accentua le difficoltà del Pianeta, dove i flussi migratori sono l’inevitabile risposta a condizioni di vita insopportabili. C’è davvero bisogno di tante gocce, che insieme si trasformino in un flusso di scelte di sistema.  Speriamo che a Settembre, la scelta del Forum Mondiale sull’Acqua 2024 premi  l’impegno di un Paese, dove l’acqua è e deve rimanere una risorsa pubblica a servizio delle comunità  e dei loro territori.”

A questo punto, alla fattoria malgascia Tsinjo Lavitra, è necessario organizzarsi bene per poter beneficiare pienamente della nuova disponibilità idrica. Sono in corso gli studi per la localizzazione e la progettazione del nuovo serbatoio e della rete di distribuzione idrica  per rendere attiva anche la parte Ovest della fattoria.

MAIS onlus è un’associazione di volontariato nata nel 1987, che si occupa di Sostegno a Distanza (SaD), finalizzato all’istruzione come strumento principale dell’autosviluppo di un popolo; opera in Sudafrica, Madagascar, eSwatini, Brasile, Argentina e India, dove sostiene gli studi di 1.250 ragazzi, 4 case famiglia, 1 centro medico, 1 centro di formazione e 1 fattoria. Grazie ad un’organizzazione snella, il 90% dei fondi raccolti è destinato ai progetti e solo il 10% viene trattenuto per i costi di gestione.