Il progetto del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale prevede la realizzazione di un volume d’invaso della capacità di 143.000 metri cubi su una superficie di 6,5 ettari

Imola, 8 giugno 2021 – Non c’è dubbio che il Canale dei Mulini di Castel Bolognese, Lugo e Fusignano sia una delle opere che più impreziosiscono il territorio della bassa pianura ravennate. Basti pensare ai numerosi manufatti e fabbricati di interesse storico che si incontrano lungo il tracciato del canale, dalla diga leonardesca nel torrente Senio all’origine, al Molino Scodellino recentemente oggetto di un’importante attività di valorizzazione, fino ai cosiddetti chiaviconi della Canalina in corrispondenza di quella che era l’antica foce in Reno. Non sono di minore interesse gli elementi naturalistici quali, ad esempio, l’area di riequilibrio ecologico del podere Gagliardi a monte di Lugo e la zona protetta nel tratto terminale, ora privo di funzione idraulica, compreso tra il Canale di bonifica in destra di Reno e il fiume Reno in Comune di Alfonsine.

Queste caratteristiche di pregio non devono però far dimenticare che il Canale dei Mulini è un’opera idraulica artificiale che, come tale, necessita di un’accurata manutenzione quotidiana affidata all’ente gestore Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.

All’originaria preminente funzione di vettore d’acqua utilizzata per generare energia motrice a servizio dei mulini è subentrata, nel corso del tempo, una funzione di adduzione dell’acqua distribuita a uso irriguo, nonché di scolo delle acque di pioggiaIn particolare, quest’ultima funzione ha fatto emergere già da alcuni anni criticità legate alle trasformazioni territoriali avvenute nel dopo guerra del secolo scorso.

L’ampliamento del bacino scolante del canale e l’aumento vertiginoso all’interno dello stesso bacino di superfici impermeabili in sostituzione di terreni agricoli hanno, infatti, determinato un sovraccarico idraulico che, a sua volta, è la causa principale dei problemi che nel corso del tempo si sono verificati soprattutto nel tratto compreso tra gli abitati di Castel Bolognese e Solarolo. Numerosi sono gli episodi di tracimazioni e fontanazzi in occasione di eventi di pioggia intensa, sempre più frequenti negli ultimi anni.

È evidente che la soluzione del problema non passa dalla manutenzione ordinaria dell’opera. Si tratta, infatti, di colmare il divario tra afflussi generati da un territorio profondamente trasformato, per non dire stravolto rispetto all’epoca di costruzione del canale, e la portata di progetto dell’opera.

A tal riguardo, la soluzione di un ridimensionamento del canale lungo i quasi 40 km dall’origine alla foce non è praticabile per evidenti ragioni tecnico-economiche. Pertanto, l’unica infrastruttura che concretamente può attenuare il grado di rischio idraulico nella zona interessata è la cassa d’espansione, vale a dire un invaso capace di contenere le portate in eccesso affluenti al canale e di restituirle al reticolo di bonifica a emergenza cessata.

Per queste ragioni, il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale già da tempo ha inserito la cassa d’espansione delle piene del Canale dei Mulini nelle proprie schede di programmazione di lavori pubblici. In base all’esperienza degli episodi critici verificatisi nel corso degli anni, l’ubicazione dell’opera è stata individuata tra Castel Bolognese e Solarolo. L’importo complessivo del progetto ammonta a 4 milioni di euro.

Trattandosi di opera non connotabile come manutenzione ordinaria, il relativo costo non può che essere a carico della finanza pubblica. Finalmente, con l’approvazione da parte dello Stato del “piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, è stato concesso al Consorzio di bonifica della

Romagna Occidentale, per il tramite della Regione Emilia-Romagna, un finanziamento dell’importo di 2.775.000 euro per la realizzazione di un primo stralcio. A questo finanziamento se ne aggiunge un altro dell’importo di 600.000 euro tramite il canale della legge di contrasto agli effetti della subsidenzaSono, quindi, disponibili complessivamente 3.375.000 euro per una soluzione efficace, seppure ancora parziale, dei problemi di carattere idraulico evidenziatisi nel corso degli anni.

In sintesi il progetto del Consorzio prevede la realizzazione di un volume d’invaso della capacità di 143.000 metri cubi su una superficie di 6,5 ettari, alle spalle della vasca di accumulo della centrale di pompaggio irrigua Santerno-Senio 3, in località Savoie del Comune di Castel Bolognese. L’altezza utile dell’invaso è di 3,2 metri. Sono inoltre previsti: il risezionamento dello scolo Rivalone, affluente del Canale dei Mulini, la realizzazione di un manufatto di regolazione, di uno sfioratore in destra idraulica del Rivalone, di uno scarico di fondo della cassa nello scolo Prati di Solarolo, di un manufatto sottopassante il Rivalone per il collegamento allo stesso scolo Prati e di un nuovo tracciato di quest’ultimo.

In pratica, il regolatore lungo il Canale dei Mulini serve a limitare la portata fluente a valle nel valore, calcolato di sicurezza, di 4 metri cubi al secondo. Le portate in eccesso rispetto a tale valore che si possono generare in occasione di eventi di pioggia vengono così dirottate lungo il Rivalone, appositamente risezionato, per poi essere immesse tramite lo sfioratore nell’invaso. A emergenza cessata, l’acqua invasata viene restituita al reticolo di bonifica tramite lo scarico a gravità nello scolo Prati di Solarolo.

Come è avvenuto per le altre casse d’espansione progettate e realizzate dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, è prevista anche un’azione di rinaturalizzazione all’interno dell’invaso, per attribuire all’opera una funzione accessoria in aggiunta a quella preminente idraulica. Verranno quindi realizzate zone umide permanenti per favorire l’insediamento di fauna selvatica e ricostituire elementi tipici del paesaggio testimoniati dalla cartografia storica, nonché piantumazioni di alberi accuratamente selezionati.

A seguito di gara d’appalto, il Consorzio di bonifica ha già aggiudicato i lavori di realizzazione dell’opera all’impresa esecutrice. È in via di ultimazione l’intervento preliminare di bonifica degli ordini bellici, mentre l’inizio dei lavori principali è previsto per il prossimo mese di luglio.

«Con questa opera, il territorio oltre a ricevere un consistente beneficio sotto il profilo della sicurezza idraulica si arricchirà di un ulteriore elemento di interesse naturalistico – affermano i rappresentanti del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale – È un intervento perfettamente coerente con gli scopi istituzionali dell’ente, da sempre impegnato nel creare le condizioni di uno sviluppo sostenibile nel comprensorio di propria competenza».