C’E’ UN FORTE  LEGAME TRA ACQUA CONTAMINATA E MALNUTRIZIONE IN AFRICA. ANBI ED AZIONE CONTRO LA FAME CHIEDONO CHE SIA TEMA DEL WORLD WATER FORUM 2024

L’ANBI condivide gli obbiettivi della campagna “Water of Africa”, promossa in questi giorni dall’ organizzazione umanitaria internazionale “Azione contro la fame” con lo scopo  di denunciare il nesso tra consumo di acqua non potabile e malnutrizione nel continente africano.

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Roma, 22 marzo 2021 – “E’ questo un tema, che ben si sposa con il nostro impegno nel comitato promotore della candidatura di Roma, Firenze ed Assisi a sedi del World Water Forum 2024” dichiara Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.

L’iniziativa di “Azione contro la Fame” (documentata con il video scaricabile al link https://youtu.be/PduV9ydTMYA) è stata promossa per denunciare un’acqua, quella contaminata, che rischia di essere bevuta quotidianamente da 319 milioni di persone. Il perché della vastità del fenomeno è presto detto: le famiglie, nell’area subsahariana, non hanno accesso all’acqua nelle proprie case e non dispongono di un pozzo vicino al luogo, in cui vivono. Si dissetano, spesso, attraverso fonti d’acqua non trattata e, di conseguenza, finiscono per mettere a dura prova organismi già indeboliti dall’assenza di cibo e nutrienti essenziali alla salute. Le persone esposte all’acqua contaminata possono ammalarsi rapidamente di malnutrizione legata all’insorgenza ripetuta di diarrea ed infezioni intestinali.

Decine di migliaia di persone muoiono ogni anno a causa di malattie legate all’acqua o altri problemi igienico-sanitari e di questi, fino al 90% sono bambini di età inferiore ai cinque anni. Circa 180.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno (ca. 500 al giorno) nell’Africa subsahariana a causa di malattie diarroiche, legate ad inadeguatezze idriche ed igieniche.

Le bottiglie della campagna  “Water of Africa” rappresentano, dunque, l’acqua che milioni di persone, in Africa ma anche in altre aree del Pianeta, raccolgono un po’ dovunque pur di dissetarsi. Il suo colore è giallo paglierino, talvolta marrone o rossastro. Provocatoriamente la bottiglia, che la contiene, dispone di un’etichetta che, anziché elencare le proprietà benefiche delle nostre acque minerali, annuncia quanto di più dannoso viene immesso nell’organismo con il suo consumo.

“Sosteniamo la campagna promossa da Azione contro la Fame e proiettiamo il tema verso il prossimo World Water Forum del 2024, per il quale stiamo lavorando con l’obbiettivo di promuovere la candidatura di Roma, Firenze ed Assisi a sede dell’evento – aggiunge  Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – A poco più di dieci anni dal riconoscimento dell’acqua come diritto universale, pensiamo che l’Italia, in ideale collegamento con quanto fu già  argomento  di Expo 2015, possa rappresentare anche su questo tema un ponte tra Nord e Sud del mondo.”

Azione contro la Fame opera  quotidianamente  contro la malnutrizione infantile e per garantire l’accesso all’acqua pulita nelle comunità, in cui lavora. Nell’ultimo anno, lo staff impegnato sul campo ha aiutato quasi sei milioni di persone con progetti di “acqua e igiene”, migliorando oltre 13.000 fonti idriche e fornendo quasi due milioni di metri cubi d’acqua.