ROMA – "Dapprima le drammatiche emergenze alle Cinque Terre ed in Lunigiana; quindi la tragica alluvione di Genova e gli allagamenti in Piemonte, Lazio, Campania, isola d’Elba; ora le preoccupanti notizie dal Sud Italia… e siamo solo alla fine del mese di novembre … . Da settembre sono già una trentina le persone, vittime del maltempo, un’evenienza naturale aggravata in maniera esponenziale dalla estremizzazione degli eventi atmosferici, dalla fragilità morfologica della Penisola, da anni di incuria per il territorio e di sottovalutazione delle problematiche legate allo sviluppo urbanistico. Ad oggi si calcolano già in alcuni miliardi di euro, i danni causati dai dissesti idrogeologici, che hanno colpito l’Italia, senza contare ovviamente che le vite umane non hanno prezzo.” E’ quanto ricorda Massimo Gargano, presidente A.N.B.I., esprimendo apprezzamento per le parole del Ministro all’Ambiente, Corrado Clini, di fronte all’emergenza idrogeologica, che sta colpendo le regioni meridionali del Paese.
“Affermare che bisogna avviare subito un piano integrato per la difesa del suolo, individuando soluzioni permanenti e risorse integrative sulla base di progetti e non su dichiarazioni sommarie ci gratifica, perché l’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni propose, ancora nello scorso febbraio, un Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico: servivano e servono, per tutta l’Italia, almeno 5.723 milioni di euro per progetti immediatamente cantierabili e, quindi, utili anche ai fini occupazionali. Si è certamente consapevoli delle difficoltà connesse al debito pubblico, ma si possono trovare risorse, anche attraverso una proiezione quindicennale dell’impegno di spesa, che potrebbe realizzarsi mediante mutui, secondo una soluzione già adottata in altre occasioni; d’altronde, i soldi si devono, comunque, reperire per riparare i danni e ciò costa dieci volte di più che prevenirli.
Ripropongo queste riflessioni – prosegue Gargano – perché un Governo, nato per sanare la deficitaria situazione economica del Paese rilanciando contestualmente lo sviluppo, non può prescindere, come sta dimostrando, dall’ottimizzare le spese, ben sapendo che non possono esserci investimenti senza quella sicurezza idrogeologica, divenuta indispensabile requisito da garantire. Sono i fatti, purtroppo, a confermare che questa deve essere una priorità.
I consorzi di bonifica, unico presidio territoriale permanente, sono pronti a porre, ancora una volta, la loro esperienza a servizio del Paese.”