Il Consorzio di bonifica di Burana continua la sua opera di difesa del suolo e del territorio anche nelle zone dell’Appennino modenese più colpite dai fenomeni di dissesto, di erosione, dall’aggravarsi di fenomeni franosi dovuti ad una diffusa fragilità idrogeologica.
Tra gli interventi più urgenti si segnala la ricostruzione della briglia e la sistemazione del Fosso degli Specchi in frazione di Samone (Guiglia) danneggiato da recenti calamità atmosferiche per un valore di 150 milioni di lire. Analogo intervento, del valore di 200 milioni di lire, è stato programmato sul Fosso della Rovina, località Rocca Corneta (Lizzano in Belvedere) il cui dissesto minaccia la soprastante Statale del Passo delle RadicI.
Recenti ed abbondanti precipitazioni hanno poi provocato situazioni di emergenza anche sul Rio Pistone, località Roncopiano (Fiumalbo) con due briglie a rischio crollo e sul Fosso Sassoccia (Vignola) le cui sponde non offrono più protezione dal rischio di esondazioni per i terreni coltivati e i fabbricati limitrofi. Il Consorzio, al fine di poter rimuovere dette situazioni di pericolo, ha previsto interventi dell’importo di 180 milioni di lire per la sistemazione del Rio Pistone e 75 milioni per il Fosso Sassoccia.

Altri lavori sono in corso o sono stati appaltati sul territorio montano e riguardano:

 Costruzione di una briglia e difesa spondale sul Rio Castello (Riolunato): 120 milioni
 Difesa e nuova briglia sul Fosso Osteria Vecchia (Fanano): 100 milioni
 Ripristino briglie e difesa spondale Rio Rasola (Sestola): 100 milioni
 Appalto lavori su Rio Ancillo (Fiumalbo): 300 milioni
 Appalto lavori su Fosso del Tiè (Lama Mocogno): 200 milioni
 Appalto lavori su Fosso Casellacce (Montecreto): 250 milioni

Tra interventi urgenti, lavori in corso, progettati o in corso di appalto il Consorzio di Burana investirà nel corso del 2002 sul territorio montano risorse proprie o pubbliche per quasi due miliardi di lire, a conferma di una scelta di fondo e del valore strategico che il Consorzio attribuisce al recupero di condizioni minime di sicurezza nelle zone più fragili dell’Appennino modenese. Un territorio la cui stabilità è decisiva anche per la stessa sicurezza della pianura, in nome del principio dell’unitarietà del bacino idrografico, che non può essere messa in discussione da nessuna scelta legislativa, pena l’indebolirsi dell’azione complessiva di difesa del suolo e del territorio nel nostro comprensorio.