Non ci appartiene la cultura delle dichiarazioni di emergenza per calamità naturali, per siccità, per frane, così come è strabica e non lungimirante la cultura di chi immagina un decreto per lo sviluppo, che punti sulle infrastrutture, ma penalizzi contestualmente quelle per il “made in Italy agroalimentare”.
Lo afferma Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, intervenuto al Seminario “Utilizzazione naturalistica degli invasi a prevalente uso irriguo”, organizzato a Roma per iniziativa del Commissario ad acta ex Agensud, dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria (I.N.E.A.) e dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (A.I.C.I.G.).
I bacini, per i quali l’ANBI da anni chiede un apposito Piano Nazionale, darebbero risposte alle esigenze irrigue delle eccellenze agroalimentari, alla subsidenza, all’intrusione del cuneo salino, alla sicurezza idrogeologica, alla ricarica delle falde acquifere, alla fruizione del territorio per il tempo libero. Non farebbero più parlare di frane e di siccità. I consorzi di bonifica hanno progetti immediatamente cantierabili, capaci di dare un utile contributo occupazionale. Per quale di questi motivi – conclude provocatoriamente Gargano – sono oggi in discussione?