ROMA (12 luglio 2011) – Per il corso d’acqua più grande d’Italia due regioni, i Consorzi di Bonifica Burana, Emilia Centrale, Terre dei Gonzaga, il Cer e un’agenzia lavorano insieme. E’ quanto emerge in previsione del meeting ‘Acqua: irrigazione, energie rinnovabili, ambiente. La sfida dei Consorzi di bonifica’, organizzato dall’Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni e miglioramenti fondiari) a Roma mercoledì 13 e giovedì 14 luglio. Al lavoro Lombardia ed Emilia-Romagna, due tra le principali utilizzatrici dell’acqua del fiume, in uno scorcio di Pianura Padana, che è parte del bacino idrografico più grande d’Italia, che interessa ventiquattro province e 3200 comuni, ma soprattutto è abitato da sedici milioni di abitanti e ha una densità del territorio, attività produttive insediate, infrastrutture e grado di utilizzazione della risorsa idrica ai vertici assoluti in Europa.
“Il bacino del Po rappresenta una realtà eccezionalmente varia, un punto nevralgico dell’economia nazionale – rileva Massimo Gargano, presidente Anbi – I problemi strutturali, concausa dei deficit idrici registrati negli scorsi anni, non sono infatti stati risolti e il rischio, quindi, permane: il Piano nazionale irriguo, voluto dall’Anbi nel 2008 opera per la sicurezza ambientale, tutela dei territori a rischio, razionalizzazione e risparmio della spesa pubblica”.
Ora tre consorzi e il Canale Emiliano Romagnolo (Cer) propongono nuovi progetti per utilizzare al meglio, per l’uomo e per l’ambiente, la risorsa acqua del Po: un valore che non conosce confini. Soprattutto se si considera che qui si produce 40% del prodotto interno lordo; il 37% dell’industria nazionale, che sostiene il 46% dei posti di lavoro; il 55% della zootecnia in sole 5 province; il 35% della produzione agricola.
“Il meeting di Roma – spiegano Ada Giorgi, Francesco Vincenzi, Marino Zani, presidenti dei Consorzi di Bonifica Terre dei Gonzaga, Burana, Emilia Centrale – ha un doppio valore. Contribuisce a porre l’attenzione sulle opere più importanti sui nostri principali snodi idraulici e ci invita a vedere riconosciuta la sinergia tra i nostri tre enti”.
Tra i principali impianti, a Boretto sorge un impianto di derivazione idrica per sollevamento tra i più grandi d’Europa con 28 elettropompe, a Moglia di Sermide è presente l’impianto monumentale omonimo tutt’ora in funzione e più bello in Italia e a Pilastresi l’impianto, con la duplice funzione irrigua e di scolo, che consente anche la navigazione del Po di Volano ed è a servizio di pianura Bolognese, Modenese e di Ferrara.
“In questi snodi idraulici – spiegano Laerte Manfredini, Claudio Negrini e Vito Fiordaligi, direttori dei Consorzi di Bonifica Terre dei Gonzaga, Burana, Emilia Centrale – sono previste ora grandi opere idrauliche, come il riposizionamento delle prese delle pompe idrovore più in basso a Boretto e Pilastresi, a causa del costante insabbiamento dal fiume Po, o come la sistemazione della controchiavica di Moglia di Sermide, per scongiurare pericolose entrate d’acqua nel comprensorio. In concreto i consorzi di bonifica sono capaci di attuare opere per 50 milioni di euro cantierabili”.
E in Romagna “lungo il Cer, la più importante opera di derivazione irrigua in Emilia Romagna, che preleva acqua da Po, e tra le prime in Italia, sono previsti sei progetti per complessivi trentadue milioni di euro di investimento per realizzare condotte tubate in pressione, finalizzate al risparmio idrico oltre che alla valorizzazione dell’agricoltura d’eccellenza” spiega Piero Mattarelli, direttore del Cer.
“Queste opere e l’attività dei diversi enti – fa eco Massimiliano Pederzoli, presidente dell’Unione regionale Bonifiche Emilia-Romagna (Urber) – dimostrano una volta di più quanto siano interconnessi scolo e prelievo delle acque. Il futuro della Pianura Padana è in una intelligente gestione della risorsa acqua. Ora, per tutti questi progetti, già stato deliberati dal Cipe e previsti dalla Finanziaria, sono già state stanziate le risorse dal Piano irriguo nazionale e si è in attesa dei decreti di assegnazione ministeriale, dopo di ché si partirà con le gare d’appalto”.
L’atteso incontro di Roma illustrerà le molteplici funzioni dell’irrigazione, una pratica da cui dipende non solo l’84% del “made in Italy” agroalimentare, ma soprattutto il futuro della lotta alla fame nel mondo. Il meeting evidenzierà anche il ruolo ambientale della rete irrigua nel ricaricamento delle falde acquifere, così come nella produzione di energia idroelettrica. Un apposito spazio sarà dedicato alla Direttiva europea sulle acque, le cui possibili interpretazioni avranno rilevanti conseguenze sul futuro del settore primario italiano. Docenti universitari, esperti e tecnici internazionali esporranno le loro relazioni e i dati della prima indagine fra le aziende agricole, curata dall’Istituto Swg, sul tema “Acqua: da bene universale a strumento per la competitività”.
Il congresso sarà anche occasione per presentare l’avvio operativo del sistema Irriframe, voluto dall’Anbi e che, grazie alla combinazione di diversi parametri, permetterà l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica in agricoltura garantendo, a regime, un risparmio del 20% sugli attuali volumi già scesi, grazie alle innovazioni tecnologiche e colturali, sotto il 50% del fabbisogno idrico del Paese.

NUMERI DA RECORD SUL PO
 Lunghezza: 652 chilometri
 Portata: quella massima è di 10.300 metri cubi al secondo a Pontelagoscuro
 Affluenti: 141
 Record: è il fiume più lungo d’Italia e ha il bacino idrografico più grande d’Italia.
 Bacino idrografico: esteso per oltre 71.000 chilometri quadrati, un quarto dell’intero territorio nazionale, interessando 3.200 comuni, sei regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, e la Provincia Autonoma di Trento.
 Popolazione che vive nel bacino: circa 16 milioni di abitanti.
 Addetti alle attività industriali: 3.171.000
 Addetti alle attività terziarie: 2.791.000
 Prelievi idrici totali: 20,5 miliardi di m³/anno, di cui per usi potabili 2,5 miliardi di m³/anno, per usi industriali 1,5 miliardi di m³/anno (escluso il settore di produzione di energia elettrica), per usi irrigui 16,5 miliardi di m³/anno

 

PROGETTI IN CORSO NEI PRINCIPALI IMPIANTI

BORETTO (Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale)
Impianto di scolo e irriguo.
Portata massima: irrigazione 60 metri cubi al secondo; scolo 20 metri cubi al secondo
Problematicità: insabbiamento delle pompe
Obiettivo progetto: eliminazione del rischio di fermo-macchine per minimo livello, riduzione delle spese energetiche, maggiore durabilità dei dispositivi elettromeccanici.
Descrizione: si prevede di abbassare il pescaggio degli impianti sostituendo nel contempo la sostituzione di metà delle stesse. Sono previste opere per il presidio delle camere di aspirazione degli impianti sia lato fiume che lato argine.
Importo: 7.500.000 euro.

CONTROCHIAVICA A MOGLIA DI SERMIDE (Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in destra Po)
Impianto di scolo
Portata massima di scolo: 40 metri cubi al secondo (nell’ex Agro Mantovano Reggiano) e 26 (nell’ex Revere)
Problematicità: la controchiavica prospiciente l’impianto di Moglia di Sermide ha oltre cento anni e presenta incrinature. Questo manufatto è monitorato dal Consorzio di Bonifica e scongiura l’ingresso delle acque da Po in un comprensorio scolante che comprende i comuni di Guastalla, Luzzara, Reggiolo, Moglia, Gonzaga, Suzzara, Motteggiana, Pegognaga e San Benedetto.
Descrizione: E’ stato predisposto il progetto preliminare per il rifacimento ex novo della chiavica o la sua sistemazione straordinaria.
Importo: 7.800.000 euro

PILASTRESI (Consorzio della Bonifica Burana)
Impianto di scolo e irriguo
Portata massima: scolo 40 metri cubi al secondo; irrigazione 47 al secondo (Pilastresi), 17,5 metri cubi al secondo (Sussidiario al Pilastresi)
Problematicità: insabbiamento delle prese delle idrovore nell’impianto sussisdiario
Descrizione: risultano in corso di realizzazione le opere di costruzione del manufatto a Po di contenimento delle pompe idrovore, così come sarà di prossima realizzazione l’installazione della porta vinciana che, a regime, determinerà il corretto flusso idrico dell’acqua sollevata a Po verso il Canale delle Pilastresi impedendone il ritorno a fiume.
Importo 6.700.000 euro.

IMPIANTO SUSSIDIARIO SABBIONCELLO (Consorzio della Bonifica Burana)
Impianto irriguo
Portata massima: 20 metri cubi al secondo
Problematicità : a seguito del progressivo abbassamento dei livelli idrici estivi del Fiume Po registrati negli ultimi 10 anni non è garantita la continuità del prelievo.
Descrizione: si è previsto di affiancare all’impianto attuale un impianto sussidiario che possa permettere la continuità di prelievo anche per quote di magra inferiori a quelle per cui avverrebbe l’arresto delle idrovore esistenti.
Importo di lavori pari a 15.000.000 euro.

IMPIANTO DI SCOLO CAVALIERA (Consorzio della Bonifica Burana)
Impianto di scolo da realizzare
Problematicità: A causa delle modifiche che si sono susseguite negli ultimi 60 anni sul territorio, sia in termini di urbanizzazione che di modifica delle pratiche colturali, unitamente all’aspettativa di una maggiore sicurezza idraulica, si è ravvisata la necessità di “ristrutturare” dal punto di vista dello scolo delle acque superficiali la rete idraulica di bonifica con importanti interventi in termini infrastrutturali.
Descrizione: la soluzione progettuale prevista, prevede la realizzazione di un nuovo impianto nel punto più congeniale per lo scarico in golena del Po in corrispondenza della foce del Panaro tra la località denominata “Coronella Brandana” e l’Impianto Pilastresi”.
Importo: stimato in 14.000.000 euro.

DISTRIBUZIONE AD USO PLURIMO DELLE ACQUE DEL CANALE EMILIANO ROMAGNOLO (Consorzi: CER, della Romagna Occidentale e della Romagna)

Impianti per l’irrigazione e l’uso plurimo delle acque
Problematicità: L’asta principale del Canale Emiliano Romagnolo raggiunge dal 2004, con un percorso di 150 km, la provincia di Rimini. Si pone tuttavia l’esigenza di rendere disponibile la risorsa nelle aree più idroesigenti del territorio, situate a sud dell’asta fino alla via Emilia. È’ quindi in corso di realizzazione, a partire dal 2001, un nuovo, strategico sistema distributivo spiccato a “spina di pesce” dall’asta principale e rivolto, oltre che all’agricoltura che resta il settore prioritario servito dal sistema, anche agli usi civili, industriali, ambientali e turistici. A regime, il nuovo sistema potrà alleggerire drasticamente gli emungimenti dalle falde idriche, preservando le acque sotterranee come riserva per gli usi più pregiati, e contribuendo a risolvere il grave problema ambientale della subsidenza.
Descrizione: si tratta di sei progetti per l’adduzione secondaria e la distribuzione delle acque del Canale Emiliano Romagnolo, sotto forma di nuovi impianti (area Lamone-Via Cupa) o di significativi ampliamenti di reti esistenti (aree Santerno-Senio, Senio-Lamone, Ronco-Bevano, Bevano-Savio).
Importo: quattro dei nuovi progetti riguardano la Provincia di Ravenna per complessivi euro 21.481.524,88:
– area Santerno-Senio, completamento (comuni di Castelbolognese e Solarolo), importo 7.335.724,82 €,
– area Senio-Lamone, completamento (comune di Faenza), importo 7.086.776,06 €,
– area Lamone-Via Cupa, 1° lotto 1° stralcio (comuni di Faenza e Russi), importo 6.059.024,00 €,
– area Lamone-Via Cupa, 2° lotto 1° stralcio (comune di Faenza), importo 1.000.000,00 €,
e due la provincia di Forlì-Cesena per complessivi euro 10.263.899,15 €
– area Ronco-Bevano, completamento 1° stralcio (comuni di Forlì, Forlimpopoli, Bertinoro e Meldola), importo 6.388.899,15 €,
– area Bevano-Savio, 2° lotto 2° stralcio ampliamento (comune di Cesena), importo 3.875.000,00 €.