Dove nasce il CER-Canale Emiliano Romagnolo, la grande asta irrigua lunga 133 chilometri che attraversando la pianura emiliana porta l’acqua del Po fino alla provincia di Rimini?
Nasce da questa domanda, rivolta da un giovane alunno della scuola elementare “Martiri di Cefalonia” di Faenza al presidente del CER e dell’Urber, Massimiliano Pederzoli, la simpatica iniziativa organizzata da Urber e CER, che martedì prossimo 31 maggio porterà due classi della scuola faentina prima all’Impianto Palantone sul Po a Salvatonica di Bondeno, dove viene derivata l’acqua dal fiume, e poi sul Cavo Napoleonico a S. Agostino di Ferrara dove il CER trae effettivamente origine.
Le due scolaresche saranno accolte da Pederzoli alle 10,30 al Palantone accompagnate dalla Preside della scuola Marisa Tronconi. Seguirà un’animazione di Lorenzo Bonazzi (“Racconti di ponti e storielle d’ombrelli”) e poi la visita guidata a cura del capo impianto Palantone, Paolo Bacilieri. Alle 12,30 pranzo al sacco con la frutta offerta nelle vaschette dall’azienda agricola La Polita di Solarolo (Ra) e da Coldiretti. Successivamente le scolaresche saranno trasferite all’impianto S. Agostino Est per un’altra visita guidata.
“Durante la premiazione delle classi vincitrici del concorso Urber ‘Acqua e Territorio’ del 24 marzo scorso all’Ecomuseo di Sala Bolognese, ho incontrato i due fratellini Vassura, faentini come me. Uno, Duccio, era stato premiato nella sezione Video del concorso regionale mentre l’altro, Cosimo, aveva partecipato al concorso, sezione Foto, superando la selezione a livello di Consorzio ma non quella regionale”. E proprio Cosimo, ricorda Pederzoli, “che aveva fotografato il CER, mi aveva rivolto la domanda su dove traesse origine questo lungo, grande canale. Allora ho pensato che tanta intelligente curiosità andava soddisfatta con una giornata tutta dedicata alla scuola di Cosimo”. Con iniziative come queste, continua Pederzoli “vogliamo accendere i riflettori sul lavoro, spesso oscuro e misconosciuto, dei Consorzi di bonifica che tutelano territorio e ambiente e gestiscono la risorsa idrica, sia quando è troppa sia quando è troppo poca. L’uso razionale della risorsa idrica è una precondizione per fare moderna agricoltura: dobbiamo infatti ricordare che senza acqua non c’è cibo”.

Scheda / CER
Il Consorzio di bonifica di secondo grado per il Canale Emiliano Romagnolo, ente di diritto pubblico, gestisce una delle più importanti opere irrigue italiane. Con i suoi 133 km di lunghezza interessa 6 province (FE, MO, BO, RA, FC, RN) per circa 336.000 ettari di territorio interessato (di cui 227.000 ettari, quasi la metà del territorio emiliano romagnolo di pianura, di superficie agraria). IL CER assicura, mediante derivazione dal fiume Po, l’approvvigionamento idrico di un’area caratterizzata da un intensa attività agricola e da diffusi insediamenti urbani e industriali e, per contro, povera di acque superficiali. L’idea di costruire un canale in grado di rendere disponibili le acque del Po per l’irrigazione della pianura emiliano romagnola ha quasi 400 anni. Iniziato nel 1955, il Canale Emiliano Romagnolo è oggi in grado di dispiegare tutte le sue potenzialità al servizio di una delle aree più produttive di Europa, attraverso un percorso caratterizzato da 7 impianti di sollevamento lungo l’asta, per vincere l’altimetria sfavorevole. Nel recente periodo il CER ha anche ottenuto l’approvazione ed il finanziamento di numerosi e importanti progetti di adduzione idrica ad uso plurimo, caratterizzati dalla prevalenza dell’uso irriguo e dalla restituzione finale nelle canalizzazioni di bonifica. Sotto il profilo tecnico, gli interventi in programma si possono sommariamente configurare come rami trasversali, spiccati nelle due direzioni, nord e sud, dall’asta principale del CER a disegnare nel territorio un’ideale “spina di pesce”. Le nuove linee adduttrici alimenteranno le reti distributive minute, specializzate nelle due versioni “agricola” e “civile-industriale” a seconda delle vocazioni territoriali e produttive.