“La Lombardia, per prima, ma ormai l’intero Nord Italia lancia un segnale di preoccupazione per un calo di precipitazioni, nell’ultimo mese, dal 75 al 100% in un periodo importante per l’andamento colturale. A supplire, finora, c’è l’irrigazione anche se ciò si riflette sui costi produttivi agricoli; non è quindi ancora il tempo degli allarmi, ma quanto si sta registrando obbliga ad una riflessione, riproponendo la necessità, soprattutto nel Nord Italia, di una rinnovata “politica degli invasi”, capace di trattenere le acque quando ci sono, evitando gravi conseguenze idrogeologiche sui centri abitati, per poi utilizzarle nei periodi di siccità; si tratta delle cosiddette “casse di espansione”, ma anche di bacini medio-piccoli, collinari o di pianura e per i quali i Consorzi di bonifica dispongono di un ampio parco-progetti, solo in piccola parte finanziati. In questo momento, complessivamente, la situazione delle risorse irrigue del Paese non è preoccupante anche se i livelli del lago Maggiore e di quello di Como sono sotto le medie stagionali. Resta, però, in caso di carenti precipitazioni piovose, una grande incognita per il futuro, allorchè sulla risorsa acqua converranno, come già verificato in occasione di precedenti siccità, molteplici interessi, seppur la legge preveda, dopo quello umano, prioritario l’utilizzo agricolo. Ancora una volta, durante l’inverno, non abbiamo capitalizzato una risorsa naturale, trasformando anzi l’acqua da bene da difendere a bene da cui difenderci. E’ un paradosso di cui, purtroppo, continuiamo ad essere facili e poco ascoltati profeti.”