GROSSETO– Il caso emiliano del telecontrollo e dell’innovazione tecnologica, ma anche una corretta suddivisione dei compiti tra i diversi enti: due soluzioni emiliane presentate in Toscana. “Quando la natura fa cose come quelle accadute Giappone – ha spiegato Massimo Gargano, presidente dell’ Associazione nazionale delle bonifiche e irrigazioni (Anbi) alla sesta conferenza organizzativa dell’Anbi in corso a Grosseto -, anche in Paesi di grande civiltà, si fa fatica a pensare a piani di mitigazione. Ma contro le difficoltà ci si può attrezzare”.

Marino Zani


“Eventi drammatici come questi mettono in risalto la cultura dell’unità dei giapponesi nell’affrontare la calamità. E’ lavorando in sinergia e in prevenzione che possiamo trarre un esempio per fare quello che ci chiedono gli italiani – come dimostrato da una recente indagine Swg – lavorare per la sicurezza del territorio. Oggi abbiamo presentato il nostro contributo”. Parole di Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale rivolto a una platea di oltre cinquecento amministratori e tecnici dei Consorzi di Bonifica italiani.
Sono, infatti, ben 223.000 le persone, su cinque province, che usufruiscono del servizio di telecontrollo del Consorzio di Bonifica che, così come presentato alla popolazione nei giorni scorsi, consente di monitorare e governare (potenzialmente anche da un Paese estero!) l’intero sistema di dati e impianti del Consorzio, forte di una rete di 97 stazioni periferiche e 300 sensori, software specifici.
“E c’è una ulteriore novità – spiega Marino Zani – perché entro poche settimane il Consorzio di Bonifica accentrerà importanti funzioni di controllo del territorio, come i dati agrometeo che si andranno a sommare ai dati pedologici, di falda, delle infrastrutture e delle esigenze culturale”.
“Questo significa – ha proseguito Zani – che possiamo sin da subito restituire idonee e tempestive istruzioni agli operatori del Consorzio, quindi di fornire consigli irrigui alle imprese, ma anche di elaborare un bilancio idrico ed energetico consorziale”.
Quali gli strumenti più innovativi in campo?
“La nostra risposta a un territorio che cambia sta nel lavoro dell’uomo affiancato alle nuove tecnologie: un moderno contact center (telefonico, web e via sms), palmari in uso al personale, software dedicati al controllo e al monitoraggio delle esigenze irrigue, ma anche alle portate di una rete estesa in 3400 canali, su due regioni”.