REGGIO EMILIA E MODENA – Cinque bambini hanno visto i
genitori sfilarsi di casa alla chetichella tra la Vigilia e Santo Stefano.
Pare che nessuno si sia lamentato (anche perché alcuni hanno pochi mesi),
qualcun altro si è limitato a dire: "Mamma oggi guadagna solo un soldino e
torna presto". Sono i figli di alcuni genitori del gruppo di quindici unità
che, da diversi giorni a rotazione, sta garantendo la sicurezza idraulica
tra Reggio, Modena e Mantova in un comprensorio di 1200 chilometri quadrati
che, diversamente, finirebbe allagato.
"Si è verificata una situazione particolare. A fronte di una piovosità nella
norma – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia
Centrale – l’Appennino ha destato maggiori preoccupazione, perché era saturo
di neve e le temperature si sono alzate. I terreni erano saturi e, pure, è
piovuto sulla neve che si stava sciogliendo".

Marino Zani davanti all’impianto di Moglia (Foto Arlotti) 

 
Quanto basta per preoccuparsi?
"Di più: perché il Po si è alzato ed era impossibile scaricare a gravità
l’acqua presente nel nostro comprensorio che, lo ricordiamo, nella bassa
anticamente era paludoso. I canali si sono ingrossati e piene erano in corso
in Enza, Secchia e Po. Esprimo un particolare ringraziamento al personale
che, con solerzia, ha lavorato a beneficio della collettività in questi
giorni così particolari", afferma Zani.
Ed ecco le manovre avviate. Le racconta Paola Zanetti, dirigente dell’ente
consortile che ha coordinato le operazioni, con base operativa nella sala di
telecontrollo a Palazzo del Portico, a Reggio: "Dal 21 dicembre ad oggi
mediamente sono caduti 50 mm di pioggia tutti destinati ai nostri canali e
assommati alla neve. Già il 22 dicembre sono iniziate le prime manovre in
concomitanza di piene su Enza e Secchia che, a Ponte Alto, registrava una
quota di 9,84. Alla mattina del 23 abbiamo chiuso lo scarico del circuito
delle ‘acque alte’ a gravità al Bondanello (Moglia, Mantova). Le ‘acque
alte’ sono così state deviate nel circuito delle ‘acque basse’ a San Siro
(San Benedetto Po, Mantova) dove si è scolato a gravità per 24 ore. In
seguito pure qui si è alzato il Po e abbiamo dovuto chiudere le paratoie. E’
così entrato in funzione l’impianto idrovoro di San Siro con quattro
elettropompe che smaltiscono 40 metri cubi al secondo! Impianti accessi
anche al Torrione (Gualtieri, Reggio Emilia), con 5 metri cubi al secondo.
Dalla mezzanotte di Natale alle dieci del mattino di Santo Stefano ha
piovuto ancora: quest’acqua sta ancora scendendo e le elevate quote nei
canali richiedono particolare attenzione; tutte le pompe sono ancora oggi in
funzione ininterrotta".
"Tra Reggio, Modena e Mantova complessivamente sono stati evacuati 15,5
milioni di metri cubi d’acqua solo attraverso l’ausilio delle macchine; solo
5 milioni di metri cubi d’acqua hanno trovato sfogo nei fiumi a gravità. Da
qui alla fine dell’anno il Consorzio di Bonifica prevede di allontanarne
altri 10, salvo eventuali ulteriori precipitazioni".
Da segnalare, infine, che il giorno di Natale e Santo Stefano si è
intervenuti con un escavatore per rimuovere le ramaglie che si accumulano
sul ponte di Moglia, lungo la provinciale che collega Carpi con Moglia, dove
la troppa acqua ha determinato l’accumulo di materiale contro la soletta,
mettendo a rischio la struttura.
"Ancora una volta possiamo dire – conclude il presidente Zani – che l’aver
mantenuto la rete scolante, con i suoi impianti, al massimo della sua
efficacia idraulica nel corso dell’anno ha consentito di svolgere il compito
naturalmente assegnato al Consorzio di Bonifica".