VINCENZI: “VIOLENZA E LOCALIZZAZIONE DEI FENOMENI METEO RIBADISCONO LA NECESSITA’ DI UN PIANO NAZIONALE INVASI CHE ABBINI SICUREZZA IDROGEOLOGICA E FABBISOGNI IDRICI”

Roma, 19 maggio 2020 – Le piogge dei giorni scorsi, evidenziando la fragilità idraulica di territori eccessivamente urbanizzati, hanno però momentaneamente risolto le preoccupazioni sullo stato delle risorse idriche nel bacino padano. I grandi laghi (Maggiore, Como, Garda) hanno registrato forti apporti d’acqua, raggiungendo livelli abbondantemente sopra le medie stagionali e di cui beneficiano gli emissari; il lago d’Iseo ha addirittura sfiorato il massimo storicoIn grande recupero sono anche i fiumi piemontesi (Dora Baltea, Tanaro, Stura di Lanzo), ma soprattutto il fiume Po, che registra una portata (2861 metri cubi al secondo a Boretto) superiore di circa il 50% alla media del periodo (mc/sec 1689) e più che doppia rispetto allo scorso anno (mc/sec 946). In ripresa sono anche i fiumi Adige (la portata è seconda solo al 2019 nel più recente quinquennio) in Veneto, Taro e Trebbia (hanno superato abbondantemente la media storica mensile) in Emilia Romagna mentre, nella stessa regione, restano marcatamente deficitarie le portate di Secchia e Savio (rispettivamente mc/sec 4,72 e mc/sec 2,53), soprattutto se paragonate allo scorso anno (mc/sec 70,07 e mc/sec 32,04)! “Per ora, grazie anche alle riserve idriche trattenute nei bacini piacentini, abbiamo allontanato le preoccupazioni immediate per la distribuzione irrigua, ma siamo solo all’inizio della stagione – ricorda Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Essendo limitata ai soli laghi la possibilità di trattenere queste acque, sarà sufficiente qualche settimana senza piogge per tornare a far scattare l’allarme.” “Quanto accaduto con i recenti eventi meteo soprattutto a Milano, ripropone il tema della gestione del territorio, penalizzato da un’urbanizzazione cresciuta senza criteri di rispetto idraulico. Per questo sono necessari bacini di espansione a monte dei centri urbani a rischio, finalizzati a trattenere le acque in eccesso per utilizzarle nei momenti di bisogno, secondo logiche di multifunzionalità nel rispetto delle priorità di legge” aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. Scendendo nel Centro Italia sono confortanti i dati dell’invaso del Bilancino in Toscana (dove è piovuto circa il 50% in meno della media nel mese di Aprile), del bacino di Penne in Abruzzo (quasi al colmo di invaso fissato a 8,80 milioni di metri cubi) e del lago di Bracciano nel Lazio; in Sardegna, gli invasi trattengono oltre l’88% della loro capacità. È invece al minimo (47,94 milioni di metri cubi) dell’ultimo quinquennio, la quantità d’acqua trattenuta dalle dighe nelle Marche. Situazione idrica, inferiore agli anni scorsi, anche per le dighe della Calabria, mentre torna ad aggravarsi il deficit d’acqua nei bacini di Puglia (- 125,16 milioni di metri cubi) e Basilicata (-73,41 milioni di metri cubi), così come resta grave la situazione per l’irrigazione in Sicilia.

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