Roma, 30  aprile 2020 – Il forzato rallentamento delle attività umane, dovute al lockdown pandemico, deve essere occasione anche per  una riflessione sui limiti della pressione antropica sull’ambiente: lo afferma l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), segnalando il caso della Versilia, dove a colonizzare l’habitat non è stavolta una specie aliena, ma il significativo ritorno dei tritoni scoperti nei fossi della pineta di Levante a Viareggio; non è usuale osservare tali specie, perché  l’inquinamento è  una delle cause principali di riduzione degli anfibi che, per una spiccata sensibilità alle sostanze chimiche, hanno la funzione di bioindicatori: in pratica sono segnali spia sulla qualità dell’ecosistema. Osservati da vicino, i tritoni appaiono come piccoli “draghi”, che vivono tutto l’anno nel letto di foglie e sotto le radici delle piante; in periodo primaverile è più facile osservarli, perché raggiungono le acque, a lento scorrimento, di fossi e canali per deporre le uova; si nutrono di larve di zanzara e per questo sono anche ottimi alleati dell’uomo. “Accertare la presenza di tritoni all’interno di un habitat palustre è una notizia importante per l’ecosistema, perché questi piccoli animali sono un segnale inequivocabile che l’ambiente non è inquinato – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). I tritoni sono stati scoperti durante i lavori del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord per liberare i principali corsi d’acqua della pineta dai rifiuti abbandonati e dai rami caduti; l’intervento è stato svolto manualmente, prestando particolare attenzione ai “ritrovati” anfibi. “Mi complimento con gli addetti alle operazioni di pulizia per averli individuati, segnalati e per avere adottato tutte le misure idonee a non interferire con la loro presenza” precisa con soddisfazione il Presidente del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, Ismaele Ridolfi. “E’ questa la dimostrazione della nuova sensibilità, che permea l’attività idraulica dei Consorzi di bonifica – sottolinea Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Per tutelare la presenza delle popolazioni di anfibi nella macchia lucchese, il locale ente consortile ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Legambiente Versilia, che monitora i livelli della falda ed effettua il censimento delle specie. Le collaborazioni con le associazioni ambientaliste sono d’ausilio, in tutta Italia, a tenere alta l’attenzione sulla tutela degli habitat autoctoni, oggi minacciati non solo dall’invadente presenza dell’uomo, ma anche dall’incedere di specie alloctone, ennesima conseguenza dei cambiamenti climatici.”

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