REGGIO EMILIA, MODENA E MANTOVA – "La qualità delle acque
derivate dai torrenti Enza e Secchia e dal fiume Po risulta essere ottima e,
quindi pienamente spendibile ed idonea per uso irriguo". Rassicura il
presidente del Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga in destra Po, Ada
Giorgi. "Stiamo raggiungendo l’apice dell’irrigazione, grazie soprattutto alle
frequenti e abbondanti nevicate invernali e alle diverse precipitazioni
cadute sul territorio di competenza dell’ente consortile". Precisa Marino
Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che, assieme
al Consorzio Terre di Gonzaga, gestisce uno dei più grandi impianti di
sollevamento irriguo a Boretto sul fiume Po. In questo modo è garantito il
meglio della produzione agricola del made in Italy nel cuore del
comprensorio padano, in un triangolo che spazia tra Reggio, Modena e
Mantova. 

 

Foto Arlotti

 

 
Attualmente, il volume complessivo è pari a circa 85 milioni di metri cubi
d’acqua, di cui 60% da Po (Boretto) e 40% da fonti appenniniche. Le portate
giornaliere di Enza e Secchia registrate quest’anno sono state superiori
alla media, grazie soprattutto all’accumulo del manto nevoso che ha
persistito sull’Appennino fino a primavera inoltrata e alle numerose
precipitazioni del mese di giugno. Tuttavia, ultimamente si è registrato un
consistente calo tipico del regime idrologico di Enza e Secchia dei periodi
estivi.
"Per quanto attiene al Po, abbiamo fatto fronte ai problemi di insabbiamento
determinati dalle piene invernali e di maggio. Ancora oggi stiamo lavorando
alacremente per mantenere la derivazione attiva in quanto l’ultima piena di
fine giugno ha nuovamente insabbiato la derivazione, vanificando una parte
del lavoro appena svolto". Rilevano Vito Fiordaligi e Laerte Manfredini,
direttori degli enti consortili che aggiungono: "Anche quest’anno abbiamo
dovuto far fronte inoltre ai problemi connessi con le numerose perforazioni
e sifonamenti verificatesi nelle arginature dei canali consortili sparsi su
tutto il territorio".
Intanto è già stato predisposto un progetto sul Piano irriguo nazionale per
ovviare al fenomeno dell’insabbiamento, causato dalla sedimentazione del
materiale trasportato dall’acqua durante le numerose piene che hanno
caratterizzato il periodo invernale.
Quale è la qualità delle acque irrigue? Le analisi di qualità dell’acqua
effettuate sia alle fonti di prelievo su Po a Boretto, sull’Enza a Cerrezola
e sul Secchia a Castellarano, oltre che sulla rete di distribuzione irrigua
consortile all’interno del comprensorio, attestano che le acque distribuite
sono idonee all’uso irriguo. Si registra una sola eccezione nell’area di
Cella, a Reggio Emilia servita con le acque provenienti dal depuratore di
Roncocesi. Su questa si sono riscontrati inizialmente problemi, subito
risolti mediante utilizzo di pozzi irrigui la cui disponibilità è stata resa
al consorzio grazie alla collaborazione fornita da parte di aziende agricole
private.
"Nonostante tutto, fino ad oggi abbiamo soddisfatto tutte le numerose
richieste irrigue pervenute, che ammontano ad un totale di ben 8.900, solo
nel contesto del Consorzio dell’Emilia Centarle". Precisa il direttore del
Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale Vito Fiordaligi.