Si chiude positivamente il conto consuntivo del Consorzio di Burana per l’esercizio 2000, recentemente approvato dal Consiglio di amministrazione del consorzio di bonifica modenese.
VOLUMI IDRICI. Il volume idrico complessivamente smaltito dalla rete consorziale è stato dell’ordine di 350 milioni di metri cubi; le ore di funzionamento degli impianti consorziali di pompaggio sono state 65.925 per un totale di metri cubi sollevati pari a 483 milioni (444 nel 1999), di cui circa 297 milioni dal fiume Po all’impianto Pilastresi (243 nel 1999) e circa 89 milioni di metri cubi derivati sempre dal Po all’impianto Sabbbioncello (94,4 nel 1999).
Nel 2000 sono stati quindi derivati 39 milioni di mc in più, con un aumento alle Pilastresi del 22,5% rispetto al ’99.
Nel reparto Modena Sud la derivazione a gravità dai fiumi Secchia e Panaro è risultata pari a circa 7,5 milioni di mc, di cui 3 dal Panaro e 4,5 dal Secchia; in questa area si è registrata una flessione dei volumi idrici derivati rispetto ai 10,3 milioni del ’99 a causa dell’andamento meteorologico che ha consentito durante la stagione irrigua ai consorziati un minor ricorso alla rete consorziale.
MANUTENZIONE. Di grande intensità l’azione di manutenzione (diserbo meccanico ed espurgo) della rete dei canali svolta dal Consorzio sia per favorirne l’invaso ottimale e agevolare la distribuzione irrigua, sia per favorire il deflusso delle acque di pioggia durante la stagione autunno-invernale. Per manutenzione ed esercizio delle opere sono stati spesi oltre 5 miliardi. I diserbi hanno interessato oltre 3 milioni di metri lineari per 21.553 ore di attività; gli espurghi 70.421 metri lineari.
MONTAGNA. Il presidente del Consorzio di Burana, Elio Molinari, ha tornato a lanciare l’allarme sulla fragilità idrogeologica del nostro territorio, in particolare di quello dell’Appennino. . Il dissesto della montagna, aggravato dall’abbandono del territorio e dall’urbanizzazione sconsiderata, si ripercuote sulla pianura, minacciando insediamenti civili e produttivi. L’emergenza dell’ottobre-novembre scorso ha causato danni per 50 miliardi solo nel comprensorio montano modenese, e con gli attuali canali di finanziamento pubblici e privati ci vorrebbero almeno 30-40 anni per porvi rimedio. .
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