REGGIO EMILIA- "Siamo al lavoro sul fronte delle acque per
le attività dell’uomo. La Pianura Padana ha bisogno di acqua di qualità,
quella che scende dall’Appennino ad esempio è ottima. L’immensa quantità di
neve scioltasi nei giorni scorsi sta finendo direttamente nei fiumi e quindi
in mare. Mentre d’estate basterebbe a colmare il deficit idrico di tutto il
nostro comprensorio per usi plurimi". Sono le parole di Marino Zani,
presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale in occasione della
Giornata Mondiale dell’Acqua, lunedì 22 marzo, e in seguito alle copiose
precipitazioni nevose dei giorni scorsi.
Il problema del deficit idrico, infatti, interessa in particolare la Pianura
Padana e si riproporrà tra poche settimane in corrispondenza dei periodi
siccitosi del clima continentale, ma probabilmente dovuti pure all’aumento
delle temperature e alla scarsità di piogge per periodi prolungati.
"Senza la necessaria irrigazione la pianura Padana d’estate sarebbe
pressoché un deserto – spiega Zani -. Dobbiamo agire per trovare nuove
soluzioni al problema: il modello dei grandi invasi è ormai sorpassato e
anche se siamo impegnati e attivi a Cerezzola e Castellarano, in cui abbiamo
in corso imponenti lavori, non è sufficiente".
"L’acqua per l’irrigazione ad oggi è presa per il 80% dal Po oltre 110
milioni di metri cubi d’acqua che risalgono sino alla via Emilia e servono
il modenese, il reggiano e il mantovano. Viene pompata in senso contrario a
quello naturale, con costi energetici che dimostrano, appunto, come le
soluzioni di caduta dall’alto (come le traverse di Castellarano e Cerezzola
di Canossa), siano le più risparmiose. Per risolvere davvero il problema
servirebbe un impegno comune di enti locali, Enìa e organizzazioni
professionali agricole che, insieme al nostro Consorzio, decidano come
affrontare il problema del deficit".
"Teniamo ben presente –  aggiunge il direttore Vito Fiordaligi – che l’acqua
fatta circolare nei canali non serve solo per l’irrigazione dei campi
coltivati (qui si produce il Parmigiano Reggiano, la Dop più famosa al
mondo), ma serve anche altre attività e ha valore ambientale enorme perché
rimpingua le falde e di fatto agisce contro la subsidenza dei suoli".
"E su scala più vasta una soluzione è necessaria – auspica Fiordaligi -; in
futuro infatti si prevede che a causa dei cambiamenti climatici, dell’errato
uso delle riserve d’acqua che il sistema mondiale sta perpetrando e
all’aumento dell’inquinamento, la situazione andrà peggiorando. Siamo in un
momento critico in cui già ora un miliardo e mezzo di persone non hanno
accesso all’acqua potabile e crescerà con l’aumento della popolazione
previsto nei prossimi 40 anni. Gli esperti temono addirittura che le guerre
future possano essere proprio per l’acqua. E’ necessario rivedere tutta
l’etica dell’acqua e puntare a uno sviluppo sostenibile per poter garantire
l’accesso all’acqua di tutte le popolazioni del pianeta".