"Esprimo un invito a tutti gli attori parti sociali (sindacati) e lavoratori dei consorzi di bonifica a essere protagonisti fino in fondo di una epocale opera di riordino attuate in Italia. E’ l’unica vera riforma che si è fatta dopo che si avviò una stagione di protesta per avere riforme. Una ‘rivoluzione’ che non ha causato vittime e ha preservato l’occupazione puntando al miglioramento. Dopo il riordino il nuovo consorzio è già operativo, garantisce la sicurezza del territorio e sta muovendo passi importanti dopo l’unificazione. In questo processo siamo riusciti a dialogare con tutti. Abbiamo attuato un’azione politica che ha un altissimo con valore sociale – per chi in bonifica lavora – ed economico –per la sicurezza che garantiamo alle aree urbane. Inoltre non bisogna dimenticare che il consorzio è uno straordinario strumento di democrazia perché viene eletto da tutti i consorziati, cioè da quasi tutti gli abitanti della Provincia. 

Cambiare è anche segno di intelligenza. In Emilia Romagna si è fatto questo processo mettendo d’accordo volontariamente enti consortili, Regione, lavoratori e società imprenditoriale (associazioni). Se in regione da 15 si è scesi a 8 consorzi, senza lasciare a casa persone e senza particolari tensioni, Piacenza ha fatto la sua parte: il nuovo consorzio si presenta al completo, con 9 milioni di euro di bilancio per le opere e l’attività, con 60 dipendenti (la somma dei dipendenti dei due consorzi precedenti) al lavoro per la sicurezza di tutti. Con l’unificazione, possiamo mirare a sinergie ed economie di scala che porteranno i benefici attesi. Noi ne stiamo già avendo i primi riscontri e siamo già più efficienti. 

Tuttavia tutte le parti coinvolte nel riordino, compresi i sindacati, devono dare il loro contribuito per raggiungere questo obiettivo, anche in termini di propositività e non solo di opposizione. Perché se così non fosse ci sarebbero disfunzioni che ricadrebbero sulla collettività. Notiamo positivamente che il personale ha saputo anche accettare nuovi incarichi, dando senso di grande responsabilità. A loro dico grazie. 

Il Consorzio di Bonifica è soggetto istituzionale che fa fronte al dissesto idrogeologico che, per sua natura, quasi sempre investe i privati. Questi ultimi sono i nostri consorziati, proprietari di immobili. Chi propone di trasferire le nostre funzioni al pubblico risponde a interessi di bottega, che porterebbero a trasferire il tutto alla fiscalità generale facendo pagare tutti i cittadini e non solo coloro che possiedono immobili e hanno benefici. Lasciamo da parte pregiudiziali d’orgoglio e proseguiamo nel processo che abbiamo avviato, quello di un grande e unitario consorzio nel piacentino. Voglio ricordare che la nostra città è uno dei pochi capoluoghi in Italia che senza la Bonifica sarebbe sommersa. Grazie alle opere del consorzio, le acque vengono incanalate e fatte defluire ordinatamente, evitando quei disastri idrogeologici che hanno causato vittime in molte parti d’Italia. Chi critica la Bonifica forse non ha idea del ruolo fondamentale che svolge. Per il futuro intendiamo comunicare ancora meglio quanto è vitale la nostra funzione ai consorziati che sono, assieme agli operatori, i protagonisti di questo sistema di sicurezza territoriale. Abbiamo dimostrato di essere concreti, sfido altri enti a dimostrare altrettanto. I risultati li stiamo cogliendo e indietro non si può tornare. 

Fausto Zermani 

presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza

 

NUMERI DI UN’UNIONE

 

 

 

Consorzio di Bonifica di Piacenza

 

 

 

L’ambito territoriale in cui operare il Consorzio di si estende su due regioni: l’Emilia-Romagna, con 48 comuni in provincia di Piacenza, e la Lombardia con 7 comuni in provincia di Pavia, per una superficie complessiva di 2.600 chilometri quadrati.

 

 

 

 

 

 

 

Territorio

 

 

 

260.816 ettari, pari a 2.608 kmq, di cui 1.205 in pianura e 1.403 in collina

 

 

 

e montagna

 

 

 

Canali

 

 

 

circa 2.000 km adibiti in parte allo scolo delle acque meteoriche e in parte

 

 

 

a uso promiscuo

 

 

 

Impianti

 

 

 

2 di sollevamento dal fiume Po e 2 dighe (del Molato e Mignano)

 

 

 

 

 

 

Montagna

 

 

 

manutenzione di oltre 120 acquedotti rurali e 124 km di viabilità rurale

 

 

 

 

 

 

Pianura

 

 

 

5 impianti idrovori e cassa di espansione per prevenire esondazioni e

 

 

 

allagamenti