I DATI DIFFUSI  A MARGINE DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE, CHE INIZIA OGGI A ROMA

Sta nascendo una nuova consapevolezza sui danni ambientali, causati da un eccessivo uso della plastica, il cui abbandono nei corsi d’acqua crea problemi anche ai Consorzi di bonifica, obbligati a spese aggiuntive per evitare che immani quantitativi di bottiglie intasino gli impianti idraulici. E’ ora anche di sapere che ogni italiano ha in carico un consumo idrico quotidiano di circa 58 litri per la produzione di plastica: a dirlo è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI) sulla base dell’elaborazione di dati del CoRePla.

“Quando si parla di risorse idriche –  aggiunge il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, a margine dell’avvio della prima giornata dell’Assemblea Nazionale, in corso di svolgimento a Roma – si usa un’ottica asimmetrica in Europa come in alcune frange dell’ambientalismo nostrano, puntando l’indice sull’idroesigenza dell’agricoltura, che produce cibo ed ha un’importante funzione ambientale (restituisce, al ciclo biologico, l’85% dell’acqua utilizzata e spesso in condizioni migliori di come l’ha prelevata), ma dimenticando colpevolmente l’idroconsumo nascosto nelle produzioni industriali (come jeans, automobili o computer), che rilasciano acqua qualitativamente compromessa e bisognosa di depurazione. Non solo: tali produzioni sono spesso decentrate in Paesi poveri, dove vive la gran parte dei due miliardi e mezzo di esseri umani in sofferenza idrica; in altri termini, vengono sfruttati due volte!”

“Il caso plastica – insiste il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano – è esemplare. Per produrre 1 chilogrammo di plastica servono 180 litri d’acqua; in Italia, ogni anno, si utilizzano 7.168.000 tonnellate di plastica; ergo, vengono consumati oltre 1 miliardo e 290 milioni di metri cubi d’acqua: una cifra spropositata, se consideriamo che ogni metro cubo equivale a 1000 litri d’acqua! Ma qui nessuno si scandalizza…”

“La nostra analisi – conclude il Presidente di ANBI – dimostra che ogni milione di tonnellate di plastica, non prodotta oppure riciclata, comporterebbe un risparmio di risorsa idrica, pari a 180 milioni di metri cubi, che potrebbero essere virtuosamente utilizzati per coltivazioni destinate alla produzione di materiali sostitutivi e biodegradabilicome il materB, incrementando l’agricoltura e la green economy nel rispetto dell’ambiente.”