Nel pomeriggio dello scorso venerdì 18 settembre, i Presidenti dei Consorzi di bonifica della nostra provincia Giovanni Melodi e Fausto Zermani (Bacini Piacentini di Levante e Tidone Trebbia), con il Direttore Roberto Ceruti, hanno incontrato il nuovo Presidente della Provincia di Piacenza dott. Massimo Trespidi per illustrare i compiti e le attività che vengono svolti dai rispettivi Enti. Sono state sinteticamente rappresentate le problematiche dell’attività di bonifica con particolare riguardo alle conseguenze dei mutamenti climatici nell’ambito di un territorio provinciale che, negli ultimi decenni, ha subito, specialmente in pianura, rilevanti interventi di urbanizzazione e, conseguentemente, di impermeabilizzazione dei suoli. Il Presidente della Provincia ha preso atto dei principali interventi di potenziamento delle opere di bonifica e di costruzione di nuove opere resesi necessarie per assicurare la regimazione delle acque meteoriche, acque che giungono alle reti consortili con portate sempre più rilevanti e in tempi sempre più brevi.

 

Sono state illustrate inoltre le problematiche relative all’attività di bonifica nei territori montani, in particolare sono stati illustrati gli interventi volti a contenere il dissesto idrogeologico ed è stato fatto presente come i Consorzi, con oltre settanta acquedotti rurali e ottanta chilometri di viabilità anch’essa rurale,  consentono alla  popolazioni ancora residente e operante in montagna di fruire  di tali servizi essenziali. E’ stato pure sottolineato il gravoso problema della carenza idrica che condiziona lo sviluppo dell’economia agricola piacentina e in particolar modo il problema relativo ai valori imposti come deflusso minimo vitale non compatibili con la natura del corso d’acqua. 

I Consorzi hanno  anche sottolineato l’importanza di stoccare l’acqua dei torrenti appenninici quando questa nei mesi invernali  è, generalmente, abbondante per destinarla, nei siccitosi mesi estivi all’agricoltura, rinnovando infine all’Amministrazione Provinciale di riprendere in considerazione lo studio di fattibilità del progetto di invasi montani nella alta Val Trebbia.