Piacenza, 29 maggio 2019 –  C’è ancora preoccupazione nel piacentino per l’ondata di maltempo, che ha colpito il territorio; l’azione delle dighe di Molato e Mignano ha finora preservato circa 50.000 ettari da conseguenze più gravi.  Già nel pomeriggio, alla diga del Molato sul torrente Tidone, era stato registrato un picco di portata pari a 90 metri cubi al secondo in ingresso nel lago e di 50 in uscita. La diga del Molato ha risposto egregiamente all’obbiettivo di laminazione della piena; le criticità, che hanno avuto i territori di valle, sono state date, però, dalla piena rilevante del torrente Tidoncello che, privo di invasi di laminazione,  ha raggiunto una piena quantificabile tra i 100 e 150 metri cubi al secondo; a Mottaziana, in pochissimo tempo, si è scaricata, infatti, una quantità d’acqua impressionante. Tutto il personale del Consorzio di bonifica di Piacenza è stato impiegato sul territorio  con escavatori e mezzi operativi in coordinamento con Protezione Civile e Vigili del Fuoco. Per quanto riguarda la diga di Mignano, sul torrente Arda, si è avuto un picco di entrata di circa 80 metri cubi al secondo e in scarico di circa 50. Anche in questo caso, l’invaso ha effettuato un’efficace azione di laminazione dell’ondata di piena. “Senza l’azione laminatrice delle dighe, una grande quantità d’acqua si sarebbe riversata s ui territori a valle, creando una situazione di evidente pericolo per la popolazione – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – E’ questa un’ulteriore dimostrazione dell’indispensabile multifunzionalità, che avranno anche i bacini previsti dal Piano Nazionale Invasi  per aumentare la resilienza dei territori ai cambiamenti climatici: riserva d’acqua per i momenti di siccità, ma anche contenitori per trattenere le acque di piena nei momenti di emergenza idrogeologica.”