VETTO D’ENZA – Dove si era sfiorata, in ben tre occasioni,
la tragedia, torna a splendere il sole. Il termine dei lavori eseguiti dal
Consorzio della Bonifica Bentivoglio Enza ha permesso la riapertura della
strada Rossigneto-Vogilato nel comune di Vetto, chiusa lo scorso inverno a
seguito della caduta di enormi massi. Fu proprio il sollecito intervento del
Comune (dopo la seconda caduta di sassi) a prevedere l’installazione di new
jersey contro i quali si fermò la corsa di un masso di oltre 20 quintali
che, così, non scivolò ulteriormente sino alla trafficata provinciale. Come,
invece, era accaduto negli anni Novanta quando uno di questi enormi massi
piombarono proprio sulla 513.
"Una notizia positiva la conclusione di questi lavori – dice il sindaco di
Vetto, Sara Garofani -. Questa situazione era un pericolo enorme. Singolare
il fatto che quest’anno, nel nostro territorio, c’è stato un incremento di
questi fenomeni. Sulla Rossigneto Vogilato avvennero gli episodi più
eclatanti. Esprimo piena soddisfazione per la collaborazione con la bonifica
che, in questo caso, si dimostra utile anche nel garantire il transito della
sottostante provinciale 513".
"Abbiamo proposto un intervento risolutivo – spiega Emilio Bertolini,
presidente dell’ente di bonifica – operato con elevata professionalità e
interventi d’avanguardia. Sono 115 mila gli euro il finanziamento ottenuto
in due tranche dalla Regione Emilia Romagna per quest’opera".
Sono gli stessi abitanti della frazione vettese a sentenziare gli aspetti
positivi dell’intervento
"Di questa scarpata – sottolinea un residente sopra il monte franoso – il
mio ricordo affonda nel tempo perché è da quando ero bambino che ho memoria
di questa situazione pericolosa".
"Dapprima abbiamo operato un delicato intervento per il disgaggio dei massi
più pericolosi e la risagomatura della scarpata – spiega Aronne Ruffini,
responsabile dell’ufficio agroforestale della Bonifica Bentivoglio Enza -.
Quindi abbiamo posato una rete paramassi coadiuvata da funi in acciaio
collegati a tiranti posti ad una profondità variabile tra i 3 e i 4 metri,
sono gli elementi basilari di questo intervento, senza dimenticare che
abbiamo posizionato anche un geotessuto in fibre naturali che andrà a
contenere il materiale più fine".
"Sulla zona oggetto dei lavori – sottolinea Ruffini – sono già state
disseminate alcune sementi, ma il lavoro si concluderà solo nell’autunno
quando, con la tecnica dell’idrosemina, si attuerà l’ultima azione prevista
nel totale rispetto dell’ ambiente in cui si è intervenuti".