REGGIO EMILIA – Un nuovo e unitario consorzio di bonifica attivo su cinque Province (Reggio Emilia e Modena in primis) e a cavallo di tre regioni e che per estensione idraulica e attività si posiziona da subito ai vertici in Italia, potendo disporre di 210 dipendenti, in maggior parte tecnici, e oltre 20 milioni di euro
contribuenza.  Il nuovo ente consortile nascerà dalla fusione del Consorzio di Bonifica Parmigiana Moglia Secchia e dal Consorzio di Bonifica Bentivoglio Enza, avrà sede a Reggio Emilia in corso Garibaldi 42, e sarà inizialmente gestito da
un Consiglio d’amministrazione di recente nomina da parte dell’Assemblea
legislativa regionale, composto da: Zani Marino (presidente), Bertella
Giuliano, Bertolini Emilio, Carini Giuseppe, Catellani Lorenzo, Chiussi
Ermenegildo, Ferrarini Fabrizio, Galavotti Pietro, Gatti Pierluigi, Gazza
Savino, Melioli Lorenzo.

Marino Zani, 44 anni imprenditore agricolo, chiamato alla presidenza del
nuovo ente consortile e già alla guida dalla Parmigiana Moglia Secchia dal
20 marzo 2006 afferma: "La nascita di questo nuovo consorzio, che sarà
attivo dal 1° ottobre 2009, è un chiaro segno di maturità di questo tipi di
enti che, ai vertici per la difesa idraulica del territorio, hanno ben
accolto la proposta di riordino formulata dalla Regione Emilia Romagna in
seguito dell’accordo previsto dalla Conferenza Stato – Regioni, ed espresso
dalla legge regionale 5/2009. Entro la fine del 2009 in Regione gli attuali
15 enti presenti scenderanno a numero di 8".
Quali i vantaggi concreti?
"Aumentata professionalità tecnica da subito e, quindi, nel medio periodo il
consorzio esprimerà pure economie di scala. Ci saranno nuove risorse da
reinvestire sull’intero territorio provinciale volte, ad esempio, al
miglioramento della difesa idraulica e della rete idrica distribuiva a scopi
plurimi – risponde Zani che è pure presidente della Federazione provinciale
Coldiretti di Reggio Emilia -. Riduzione dei costi e aumento
dell’operatività dunque, ma anche progettualità: avremo sicuramente una
visione più ampia sul fronte della risorsa idrica. Diamo il via al piano
degli invasi, indispensabili oltre che al settore agricolo alla società
civile, sia sul versante dell’Enza che del Secchia: l’approvvigionamento da
Po non è risolutivo per le esigenze irrigue e pertanto è necessario un
definitivo riordino della risorsa idrica".
Un accordo, quello sul riordino, di fatto confutato dalla proposta Calderoli
che intende ‘abolire’ il riconoscimento nazionale dei consorzi di bonifica,
ovvero affidarne la sorte alle Regioni.
"Siamo talmente inutili e dannosi che siamo gli unici enti che si occupano
di sicurezza idraulica del territorio e, quindi, di irrigazione. Se la
Regione Emilia Romagna ci ha già confermato la propria fiducia – conclude
Zani – si rischia però di mettere a repentaglio il sistema dei consorzi di
bonifica che periodicamente dialoga con i ministeri per la realizzazione di
interventi utili e fondamentali per il territorio. Se passasse la proposta
Calderoli avremo sicuramente una inferiore capacità d’azione e non potremo
più attingere a risorse nazionali, a danno purtroppo della collettività e
del territorio: sicuramente è quello che non ci chiede il delicato sistema
idraulico padano".

Nella foto: Marino Zani