Duecentomila metri quadrati ogni giorni mangiati dal cemento che avanza nel bacino del Po. Dal Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo (ONCS), costituito da INU, Legambiente e DiAP (Politecnico di Milano), emerge che ogni giorno 20 ettari di territorio vengono ‘urbanizzati’, in un processo inesorabile che cancella quotidianamente aree grandi come 28 volte Piazza Maggiore a Bologna. L’Emilia Romagna è, con la Lombardia, la regione dove l’urbanizzazione ha corso di più. Fra Piacenza e Rimini dal 1976 al 2003, il territorio urbanizzato è quasi raddoppiato, passando dal 4,8 al 8,5% della superficie regionale, mentre ancora maggiore è stata la perdita di aree agricole: ben 198.000 ettari, l’intera superficie media di una delle 9 province emiliano-romagnole. Altissimo poi il dato dell’urbanizzato consolidato pro-capite: per ogni abitante residente vi sono ben 456 mq di superfici urbanizzate, contro i 310 della Lombardia e i 296 del Piemonte.  

L’urbanizzazione esasperata ha sconvolto il paesaggio una volta agricolo dell’Emilia Romagna, rendendolo un territorio sempre più fragile, sempre più a rischio idraulico. “Da un lato l’urbanizzazione crescente, dall’altro lo spopolamento delle aree montane comportano nuovi gravosi impegni per la tutela idrogeologica del territorio, condizione indispensabile per il futuro di qualsiasi comunità”, continua Bertolini. “La creazione di nuove aree abitative o produttive obbliga ad adeguare continuamente o a realizzare ex novo la rete di bonifica indispensabile a gestire le acque piovane urbane”. "In un paese dove al Nord – ricorda Bertolini – si cementificano ogni giorno 20 ettari di territorio, dove il rischio idraulico viene accentuato dai cambiamenti climatici, dove l’80% dei Comuni montani è a rischio frane e smottamenti, i Consorzi di bonifica sono tra i pochi enti che – sia pure con le poche risorse a disposizione – investono ogni anno con certezza nella sicurezza territoriale per un miglior presidio del territorio”.  

Roma vuole cancellare l’istituto consortile? “In Emilia Romagna l’esperienza e l’impegno dei Consorzi di bonifica sono sotto gli occhi di tutti. Insieme alla Regione e alle organizzazioni imprenditoriali stiamo portando a termine una riforma importante per il nostro territorio. Solo attraverso la concertazione con gli Enti locali si potrà controllare e meglio gestire il rischio idraulico che l’incremento delle superfici impermeabilizzate porta con sé”.