“Siamo dannosi, perché? Siamo inutili, per chi?” E’ una relazione coraggiosa, ricca d’orgoglio, quella tenuta a Roma dal Presidente, Massimo Gargano all’annuale Assemblea dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, i cui Consorzi sono oggi messi in discussione dalla cosiddetta “bozza Calderoli” sulle autonomie locali. “Qualcuno ci giudica dannosi – prosegue Gargano – perché siamo portatori degli interessi agricoli in una logica unitaria di gestione del territorio…perché i confini delle nostre funzioni non rispondono a logiche burocratico-amministrative, ma a quelle della morfologia del suolo, ponendo al centro dell’azione il distretto idrografico, come previsto dalle direttive europee… perché, da soli, combattiamo il rischio idraulico, gestendo una rete di quasi 200.000 chilometri di canali, che qualcuno vorrebbe oggi provincializzare… perché siamo un organo di autogoverno del territorio, gestito dai consorziati e non da un ente pubblico… perché siamo efficaci e ben gestiti, tranne laddove persistono gestioni commissariali e quindi politiche… perché siamo moderni, ma mentre in Europa si indica di gestire la sicurezza idraulica attraverso bacini idrografici omogenei, in Italia si vogliono delegare tali competenze alle Province, riconosciuto modello di scarsa efficienza, come se l’andamento delle acque rispettasse i confini delle carte geografiche… perché non rispondiamo alle logiche pseudo-produttivistiche delle aziende speciali, volute da Regioni, Province, Comuni… perché denunciamo come la soppressione dei Consorzi di bonifica, ipotizzata dalla prevista riforma delle autonomie, porterebbe ad un aumento della fiscalità generale e non ad una sua diminuzione, calando invece l’efficacia del servizio… perché, tramite l’autogoverno, siamo esempio concreto di sussidiarietà…. 

I Consorzi di bonifica- incalza il Presidente A.N.B.I. – hanno altresì dimostrato di essere aperti alle riforme del settore, come testimonia l’Intesa Stato-Regioni dello scorso 18 settembre, una riforma semplice ed efficace, innovativa senza cancellare interessi legittimi. 

I Consorzi di bonifica sanno guardare al futuro attraverso proposte all’avanguardia: IRRIFRAME per l’ottimizzazione d’uso della risorsa irrigua;  il Piano Nazionale degli Invasi, che abbina l’esigenza di riserva idrica alla salvaguardia dalle alluvioni; l’utilizzazione plurima delle acque; la vivificazione delle lagune; la fitodepurazione; interventi contro la subsidenza. I Consorzi di bonifica offrono risposte moderne, in una visione unitaria, ai problemi del territorio, essendo promotori di coesione sociale, come hanno testimoniato le cabine di regia attivate negli anni siccitosi per contemperare i molteplici interessi gravanti sul bene acqua. Per tutto questo chiediamo, alla politica, rispetto per un lavoro, che viene da lontano e che moltissimo potrà ancora dare, purchè abbia un quadro di riferimento certo, come l’Intesa Stato-Regioni dello scorso settembre. La cultura del fare, che permea l’azione dei Consorzi, è indispensabile per il rilancio dell’economia reale; la vera riforma è il coraggio di confrontarsi con una civiltà di comportamenti responsabili, che partono dalla conoscenza e non intaccano, ma migliorano la qualità della vita in un Paese dove – ricorda Gargano – nel solo Nord si cementificano quotidianamente 20 ettari di territorio, aumentando il rischio idrogeologico accentuato dai cambiamenti climatici, che hanno mutato anche le modalità della pioggia, più violenta e concentrata nel tempo e nello spazio. Di queste cose vorremmo parlare, cioè dell’inarrestabile consumo di suolo, cui dovrebbe quantomeno corrispondere un’invarianza nel rischio idraulico e nella disponibilità idrica. Di fronte a questa richiesta di responsabilità collettiva, la risposta di qualcuno è trasferire le competenze consortili alle Province, dimenticando riferimenti quali il distretto idrico o il bacino idrografico. Non possiamo condividere un esproprio ingiusto ed inutile! 

Al Governo chiediamo di valorizzare l’Intesa Stato-Regioni a partire dalle riforme in essere nel Veneto, in Emilia Romagna, in Calabria… di rifinanziare il Piano Irriguo Nazionale, ricordando che l’84% del made in Italy agricolo dipende dalla disponibilità d’acqua… di scegliere la prevenzione nella difesa del suolo di un Paese, in cui il 68.8% dei comuni è classificato ad alto rischio di frane ed alluvioni… di assumere la straordinaria modernità dei Consorzi di bonifica, espressione di autogoverno, impegnata quotidianamente a garantire sicurezza idraulica al territorio in un quadro di compatibilità ambientali e ad assicurare disponibilità d’acqua per le coltivazioni, tutelando così anche la salubrità alimentare. Siamo consapevoli di disturbare – conclude Gargano – perché rappresentiamo interessi generali; chiunque condivida, deve farsi cassa di risonanza del nostro disagio per un tentativo di ingiusto esproprio di competenze, dannoso ed inutile alle necessità del Paese, dell’agricoltura e dell’occupazione.”