GUALTIERI – E’ un progetto che ha sollevato notevole
interesse anche in ambito nazionale quello ideato da Raffaele Monica
direttore dell’area tecnico-ambientale del Consorzio di Bonifica Bentivoglio
Enza. Presentato lo scorso marzo alla Conferenza organizzativa di Ferrara
dell’Anbi, l’associazione nazionale delle bonifiche d’Italia, è già stato
approfondito su riviste specializzate ed è un brevetto ‘made in Reggio
Emilia’. Si tratta della ingegnosa alimentazione con energia fotovoltaica di motori e quadri di comando che rendono automatico il movimento delle paratoie di cavi
e canali. Si è dovuto ovviamente "ripensare" la motorizzazione tradizionale, sia nelle parti meccaniche che in quelle elettriche, per adeguarla alla minor potenza
disponibile: questa la parte più innovativa. In altre parole un automatismo
che consente di sostituire il lavoro dell’uomo con quello di una macchina,
programmata nel regolare le piene (cioè aprire le chiaviche quando i livelli
crescono e richiuderle appena la piena è passata per non perdere il volume
d’acqua invasato a monte) e soprattutto mossa dall’energia del sole. 

 
I vantaggi?
"L’innovativo sistema che abbiamo installato in diversi canali consortili –
spiega Emilio Bertolini presidente del consorzio Bentivoglio Enza – si
traduce in maggior sicurezza idraulica ma anche in risparmio idrico (per non
aprire il canale più di quanto serve), con notevoli miglioramenti anche per
quel riguarda gli aspetti ambientali, non solo per l’utilizzo di fonti
rinnovabili, ma anche perché con questo tipo di istallazione, vari pali di
elettrificazione potranno essere rimossi, comportando sia il miglioramento
dell’impatto ambientale che più facili manovre da parte degli operatori
agricoli".
Sapere e rispetto trapelano dalle parole di Raffaele Monica, ingegnere da
ben 24 anni tra le fila dell’ente consortile Bentivoglio Enza: il tecnico,
infatti, evidenzia come è giunto ad elaborare questo progetto: "Nel pensare
a questa installazione – afferma Raffaele Monica – sono stato spronato dalla
consapevolezza degli enormi danni alle cose ed alle persone che una manovra
ritardata può causare e dal sacrificio che affrontano i miei colleghi, i
guardiani idraulici (o dugaroli, campari, acquaioli che dir si voglia) per
essere tempestivi, dovendo operare in condizioni veramente disagevoli:
spesso di notte, quasi sempre soli, al buio, percorrendo a volte centinaia
di metri a piedi, sul bagnato, con il vento e la pioggia che a raffica
disturba il procedere ed avvilisce l’animo; situazioni a rischio, anche per
gente abituata e dotata di tutto il vestiario che la necessità impone.
Interventi che a causa delle modifiche climatiche e dell’urbanizzazione del
territorio si presentano con sempre maggior frequenza"

Il punto di maggior importanza?
"Il costo: una motorizzazione tradizionale costa 10 volte di più, a parità
di efficienza: ciò consente di eseguire l’intervento anche in luoghi dove
per l’analisi costi-benefici non si è mai provveduto"
E dal punto di vista ambientale?
"Forse non sempre abbiamo presente il valore che l’elemento acqua riveste
per l’ambiente, anche non agricolo, e per l’economia; inoltre le linee
elettriche su pali, spesso di cemento, in ambiente rurale, addirittura in
molti casi in diagonale rispetto ogni linea di riferimento, sono un insulto
alla civiltà contadina ed al meraviglioso paesaggio agrario che nei secoli
essa ha saputo costruire ".
Quali le parole d’ordine per la realizzazione di questo automatismo sulle
paratoie dei canali?
"Bisogna crederci tutti quanti: lo scopo è stato quello di giungere a
coniugare la sicurezza idraulica data dalla maggiore tempestività ed
immediatezza delle manovre con il risparmio idrico che questo meccanismo è
in grado di garantire, agendo sulla regolazione del flusso idrico cioè anche
in chiusura come più difficilmente avviene con le regolazioni manuali
.