Le intense e prolungate precipitazioni dei giorni scorsi hanno messo a dura prova le opere di bonifica del Consorzio di bonifica Bacini Tidone Trebbia. Così il Presidente Zermani tiene a sottolineare come il reticolo di canali artificiali, che si snoda per oltre 1.000 chilometri nella pianura piacentina tra il torrente Bardoneggia e il torrente Nure, e gli impianti idrovori di Casino Boschi, Finarda e Armalunga, siano stati essenziali per la regimazione e l’allontanamento delle acque di pioggia sia dai centri abitati, in particolare dalla città di Piacenza, sia dai terreni agricoli. La piena del fiume Po – prosegue Zermani – che ha visto il suo culmine nella notte tra il 29 e il 30 aprile, ha costretto la chiusura di tutte le paratoie degli impianti idrovori e il funzionamento delle centrali, quella di Piacenza ha azionato, nei momenti di più intensa precipitazione, tutte le cinque idrovore di cui è dotata evacuando sino a 25.000 litri/sec. Le opere di bonifica presenti nel territorio comunale di Piacenza – spiega il Presidente del Consorzio – interessano un’area vasta circa 1.220 ettari interamente urbanizzati se si esclude quella relativa all’area di Mortizza estesa per circa 2.400 ettari.  Fa presente, relativamente alla città di Piacenza, che i canali di bonifica Diversivi di Ovest e di Est – quest’ultimo potenziato anche con la realizzazione della cassa di espansione del Colatore Riello in località Farnesiana – hanno consentito di difendere efficacemente il centro abitato dalle acque provenienti dai territori posti a sud del capoluogo di provincia. Le immagini del livello del Po nella vasca di scarico dell’impianto idrovoro Finarda e quelle dei livelli nei canali di bonifica Settentrionale e Rifiuto in prossimità della Finarda e nel canale Diversivo di Ovest (canale della Fame) rendono meglio di qualsiasi commento.  Fa anche presente che, se le opere di bonifica hanno risposto adeguatamente nel territorio comunale di Piacenza, non altrettanto adeguatamente hanno risposto nell’area della Val Tidone a causa della impressionante quantità di acqua che ha interessato i canali di bonifica per le intense piogge dei giorni scorsi. Infatti, sottolinea il Presidente Zermani, nella Val Tidone si sono dimostrate sottodimensionate per un territorio che si è fortemente modificato nel tempo a seguito delle sempre più estese urbanizzazioni. Il Presidente del Consorzio conclude evidenziando che gran parte della rete idraulica del nostro Paese è sottodimensionata e che il mondo della bonifica ha più volte richiamato le istituzioni, anche ai più alti livelli, ad una maggiore responsabilità per quanto riguarda la difesa idrogeologica del territorio nazionale estremamente fragile e vulnerabile. Sottolinea pertanto che occorre un Piano straordinario di manutenzione non più procrastinabile alla luce dei recenti eventi meteorologici.