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Roma, 27 marzo 2019 – Arrivano dal Veneto i più recenti segnali di crescente allarme sulle disponibilità idriche nelle regioni settentrionali, penalizzate  dal perdurare di insufficienti precipitazioni piovose, accompagnate da uno scarso manto nevoso, costituitosi sulle montagne durante la stagione invernale; ne è testimonianza lo stato di grave pericolosità per incendi boschivi, lanciato dalla Regione.Accanto alle portate dei fiumi sotto la media stagionale (nel delta del fiume Po, la risalita del cuneo salino per alcuni chilometri ha già pregiudicato l’uso delle stazioni di prelievo idrico più vicine alla foce), a preoccupare sono i livelli degli invasi; in particolare, il lago del Corlo, da cui dipende il sistema idrico del fiume Brenta, è circa al 50% del volume invasabile. Permanendo gli attuali scenari, il 2019 rischia di presentare la difficile realtà idrica del  2017, l’anno più caldo e più arido dal 1961; per questo, la Regione del Veneto, insieme alle Autorità di Distretto Idrografico del Po e delle Alpi Orientali, ha già provveduto ad attivare l’osservatorio permanente sugli utilizzi idrici per  prevenire situazioni d’emergenza. Accanto a ciò e per contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici sta per partire un cospicuo piano di investimenti irrigui: 160 milioni di euro, di cui 91 (57%) assegnati ai Consorzi di bonifica per realizzare 11 interventi  di miglioramento della rete idrica. Oltre a ciò, arriveranno 23 milioni e mezzo dal Piano Nazionale Invasi (20 destinati al Consorzio di 2° grado Lessinio Euganeo Berico per la manutenzione del canale L.E.B. , che trasporta le acque dal fiume Adige nel veronese fino alla provincia di Venezia), mentre 46 milioni sono destinati  al Consorzio di bonifica Adige Euganeo per la condotta irrigua sotterranea, alternativa al fiume Fratta-Gorzone per assicurare acqua pulita nelle terre contaminate dai Pfas. “L’esempio veneto – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione  Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI) – va nella condivisa direzione del superamento del paradosso italiano, dove ciclicamente si succedono le paure per alluvioni e per carenza d’acqua. Tale obiettivo è possibile grazie alla capacità progettuale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, unita alla collaborazione con gli enti pubblici: dai Comuni, alle Regioni, allo Stato. Solo così, la logica delle emergenze può essere sconfitta.”