REGGIO EMILIA, MANTOVA, MODENA – Una piovosità per il
periodo oltre la norma, tra la fine di marzo e aprile, una contemporanea
piena di Po e dei suoi affluenti, temperature alte e nevi che si sciolgono
assieme a piogge insistenti. Quanto basta per vedere scendere in campo i
Consorzi di Bonifica deputati a garantire la sicurezza idraulica tra
Mantova, Reggio Emilia e Modena con manovre particolari e personale in
campo.


"Un fenomeno poco evidente – spiegano Marino Zani, Emilio Bertolini e Ada
Giorgi, presidenti dei Consorzi di Bonifica riuniti nell’impianto di Boretto
– sarà anche perché la pioggia caduta non è stata molto violenta, ma
ininterrotta e copiosa, comunque sia l’operato del nostro personale ha
garantito l’evacuazione di quasi 14 milioni di metri cubi d’acqua tra le
province di Reggio Emilia, Modena e Mantova. A manovrare i nostri impianti,
abbiamo impegnato, mediamente una decina di persone al giorno, anche di
notte".
Dal Consorzio di Bonifica Parmigiana Moglia Secchia, informano che tra le
manovre attuate, il 1 aprile si è intervenuti per chiudere lo scarico del
Cavo Parmigiana Moglia, che serve la parte alta del comprensorio e che
scarica a gravità (cioè naturalmente, senza l’intervento di alcuna pompa) in
Secchia a Bondanello (in comune di Moglia, provincia di Mantova). Infatti,
il livello del fiume Secchia si stava rialzando per la piena ed era
impossibile continuare a scaricare a gravità. E’ per questo che le acque
sono state ‘deviate’ nella rete delle acque basse aventi lo sfogo in Secchia
a San Siro (San Benedetto Po, sempre in provincia di Mantova), quasi alla
foce del Secchia dove si è reso necessario attivare le pompe idrovore per
continuare a immettere acqua in Po, a sua volta in piena come il Secchia.
Risultato? Accese ben 5 pompe su 8 disponibili, in grado di smaltire ben
50.000 litri di acqua al secondo. Anche a Boretto è stato attivato
l’impianto di scolo (1 pompa per 5.000 lirti al secondo) sino a quando
venerdì 3 alle 20.30, si è dovuti interrompere l’operazione per il continuo
innalzamento del livello del Po, per rendere sicura la protezione contro la
piena del Po. Intanto, l’impianto di San Siro ha funzionato sino a ieri
pomeriggio alle ore 17.
Sempre nel reggiano, il Consorzio Bentivoglio Enza ha attivato l’impianto
idrovoro del Torrione (Gualtieri) per ben 6 giorni consecutivi allontanando
le acque dal territorio di 4 comuni per complessivi 1.500.000 mc circa, a
beneficio di Gualtieri, Boretto, Poviglio e Castelnovo Sotto, essendosi
trovato nella condizione di impossibilità a scaricare le acque a gravità
dato il livello alto dei fiumi.
Persone impegnate e impianti accesi anche nel comprensorio del Consorzio di
Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, dove sono caduti dal 29 marzo al 4
aprile 80/85 mm di pioggia, con punte anche superiodi in zone colpite da
temporali. Attivati l’impianto Ex Revere per 11 ore e mezzo sono stati
evacuati 450.000 metri cubi su un bacino di 15.000 ettari (Comuni di
Quistello, Villa Poma, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso,
Schivenoglia, Revere, Magnacavallo, Borgofranco) ed ex Agro Mantovano, 24
ore di attività con i quali si sono smaltiti 1.100.000 cubi, per Guastalla,
Luzzara, Reggiolo, Suzzara, Motteggiana, Pegognaga, Gonzaga, Moglia e San
Benedetto, a beneficio di un’area di 33.000 ettari.
"In definitiva – concludono i presidenti all’unisono – Abbiamo operato a
beneficio del cuore produttivo dell’areale padano".
Si è sfiorato qualche pericolo?
"No, abbiamo lavorato in alcune situazioni limite, ma è chiaro che questa
area così vasta tra tre province dal punto di vista idraulico può definirsi
sicura solo grazie all’attività dei Consorzi di Bonifica. Non caliamo la
guardia dinnanzi a un clima mutevole a risorse sempre più limitate per la
sicurezza idraulica". (foto di Gabriele Arlotti)