L’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica può dare un importante contributo alla soluzione del problema energetico del Paese; a questo punto si candidano i Consorzi di bonifica che a Ferrara, a margine della Conferenza Organizzativa nazionale, hanno presentato la loro realtà, ma soprattutto le prospettive nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili.

"Va ricordato che, sulla base degli accordi internazionalmente sottoscritti, l’Italia deve incrementare la propria produzione di energia “pulita” dello 0,75% annuo fino al 2012 – ha sottolineato Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni – Già oggi i Consorzi di bonifica producono almeno 268.205.850 kilowattora annui da fonti rinnovabili (KWh 267.685.000 nell’idroelettrico, soprattutto in Piemonte; KWh 520.850 nel fotovoltaico, soprattutto in Campania) pari ad un valore indicativo superiore ai 53 milioni di euro, realizzato grazie ad una ottantina di impianti. Ma quali sarebbero le potenzialità del cosiddetto microelettrico, se ciò diventasse una scelta strategica del Paese? La rete idraulica, gestita dai Consorzi di bonifica, è lunga circa 181.000 chilometri ed esistono ormai avanzate tecnologie per la produzione energetica anche “in pianura”, sfruttando corrente e piccoli salti d’acqua". 

I Consorzi di bonifica hanno già in progetto ulteriori 41 impianti (31 idroelettrici, 10 fotovoltaici), perlopiù in Veneto, con un investimento complessivo di circa 150 milioni di euro; produrranno ulteriori 45.939.369 kilowattora annui per un valore indicativo di circa 9 milioni di euro.

"La nostra scommessa per l’immediato futuro – ha aggiunto Gargano – si chiama anche fotovoltaico, grazie alle pannellature, di cui già oggi sono dotati molti impianti idraulici. A Solarolo, in Romagna, il locale Consorzio sta conducendo una sperimentazione, unica al mondo: l’attivazione di pannelli solari galleggianti: si sta studiando se la perdita di efficienza, dovuta alla minore inclinazione rispetto al sole, sia controbilanciata da un recupero in termini di rifrazione e minore surriscaldamento. Se la prova dovesse dare gli esiti sperati, sono evidenti i nuovi orizzonti, che si aprirebbero collegati, soprattutto, alla nostra richiesta di un Piano nazionale degli Invasi, capace di abbinare esigenze ambientali, di prevenzione idrogeologica e di riserva idrica per i momenti di necessità. A ciò va aggiunta la prossima attivazione, in Puglia, del primo impianto eolico a servizio della Bonifica. Chiediamo attenzione al Governo per queste nuove opportunità, che stiamo costruendo in sintonia con gli obbiettivi del Protocollo di Kyoto: è necessario, soprattutto, semplificare le procedure burocratiche, garantendo certezza delle norme. Ne guadagnerebbe il sistema Paese in termini non solo di compatibilità ambientali, ma anche occupazionali; ne derivebbero benefici a quella ricchezza inimitabile, che è il nostro territorio, migliorando non solo i conti dei Consorzi, ma quelli dell’economia agricola, dando nuovo slancio alla competitività del nostro settore primario".

Nella foto: Massimo Gargano, presidente Anbi