La stagione irrigua trascorsa (maggio-ottobre 2008) è stata fortemente condizionata, in tutta la Regione Emilia – Romagna dal fattore climatico. Non hanno fatto eccezione i territori dei comparti irrigui del Trebbia e del Tidone. Le abbondanti precipitazioni dei mesi di maggio-giugno hanno, infatti, consentito, in particolar modo nella Val Tidone, un posticipato avvio dell’irrigazione. Tuttavia una spiccata siccità nella fase centrale e conclusiva della stagione ha determinato una sensibile ripresa delle richieste irrigue.

Il Presidente del Consorzio di bonifica Bacini Tidone Trebbia, Fausto Zermani, ha commentato l’annata irrigua della bassa Val Tidone. In tema di risparmio il Consorzio non ha utilizzato l’impianto di sollevamento delle acque del fiume Po (in località Pievetta di Castel San Giovanni), potendo disporre di sufficienti volumi idrici della diga del Molato e rilevando in tal modo un elevato risparmio energetico; per quanto riguarda l’areale irriguo del Trebbia durante l’estate scorsa non si sono verificate situazioni di particolare crisi idrica come accaduto nelle passate stagioni dove si sono registrate rilevanti diminuzioni delle portate di magra del torrente Trebbia.

Il Presidente Zermani tiene a precisare che è importante far conoscere all’opinione pubblica come le disponibilità di acqua verranno a ridursi sempre di più, questo non solo nei paesi in via di sviluppo, ma anche nel nostro Paese e nella nostra provincia. Il recupero di nuove risorse, conclude il Presidente Zermani,  costituisce una sfida a cui il Consorzio non può sottrarsi ed auspica che nel breve e medio periodo possano essere realizzati piccoli bacini di invaso posti lungo i principali canali che sappiano anche abbinare la funzione di laminare le acque stoccando quelle in eccesso, e che nel lungo periodo si possa giungere alla realizzazione di bacini montani (dighe)  che per la loro natura consentono un vero ed autentico uso plurimo della risorsa (potabile, irriguo ed idroelettrico) con prospettive anche di sviluppo turistico.

Nelle foto: sopra, canale Armalunga; sotto, una briglia in montagna