“La stagione irrigua trascorsa (maggio-ottobre 2008) è stata nettamente condizionata dal fattore climatico. Abbondanti precipitazioni iniziali che non hanno richiesto l’attivazione dell’irrigazione; una spiccata siccità nella fase centrale e conclusiva della stagione che ha provocato una forte richiesta di acqua solo in parte soddisfatta dalla distribuzione consortile soprattutto per una manifesta insufficienza idrica appenninica”. Così Emilio Bertolini, presidente Unione Bonifiche Emilia Romagna, commenta la stagione irrigua 2008 in regione. “Da novembre stiamo vivendo un autunno-inverno piovoso e freddo, ma non dobbiamo dimenticare che l’estate 2008 è stata la più calda degli ultimi 5 anni, e il bimestre luglio-agosto il più secco degli ultimi 63 con soli 7 millimetri di pioggia contro una norma di oltre 100. Una stagione estiva secca, calda e molto lunga se è vero che il giorno 6 settembre la temperatura ha raggiunto il picco massimo di 35,9 gradi, valore mai raggiunto nello stesso mese”. Oltre le cause climatiche, l’impegno al risparmio e ad un uso razionale della risorsa nella distribuzione irrigua – ormai una costante del sistema consortile regionale – hanno portato a distribuire nella stagione irrigua 2008 un volume d’acqua complessivo di 1.058.060.000 di metri cubi con una diminuzione rispetto al 2007 (anno caratterizzato da un forte risparmio ) di 126 milioni di m3 pari ad un –10,6%. L’apporto del fiume Po all’irrigazione regionale è assolutamente prevalente, continuando ad attestarsi ad una percentuale prossima al 90%. Un dato che testimonia il sempre più debole apporto di acqua dal versante appenninico. La distribuzione ha coperto 648.000 ha di Sau (superficie agricola utile); un dato significativamente inferiore al 2007 (-28.850 ettari) con un calo percentuale del 4,3%. Le aziende servite sono state 46.640 con decremento limitato a 500 unità. Interessante sottolineare che a fronte di un 10% di minor utilizzo di acqua, il costo sostenuto per la sua distribuzione è stato di 22.330.000 € con un decremento rispetto al 2007 di 821.000 € pari al 3.6%: una percentuale non in linea con le quantità di acqua risparmiata per effetto dell’aumentato costo energetico necessario alla distribuzione. In conclusione una stagione irrigua fortemente condizionata dal clima che, ormai di norma, alterna a momenti di forte piovosità, periodi lunghi in cui le precipitazioni sono assenti sino a sfiorare, come nella stagione conclusa, una situazione di vera siccità ad autunno inoltrato. Solo un costante livello idrometrico del Po, dovuto alle più abbondanti e frequenti precipitazioni alpine, ha consentito il pieno funzionamento degli impianti di prelievo. “Una situazione – conclude Bertolini – di estrema fragilità che ripropone oltre all’ormai applicata politica di risparmio, correttamente sostenuta dagli investimenti in atto del Piano irriguo nazionale e dal diffondersi di tecnologie di risparmio come Irrinet, l’esigenza di scelte urgenti volte a consentire stoccaggi idrici diffusi in grado di creare riserve idonee a garantire normali stagioni irrigue”. Poi occorrono nuove politiche che puntino al dialogo fra i diversi gestori della risorsa idrica: “L’esperienza del Canale Emiliano Romagnolo, che è venuto in soccorso della criticità idrica romagnola, evidenzia come l’interconnessione fra il sistema irriguo ed acquedottistico sia una strategia da perseguire non solo nelle fasi emergenziali. La Bonifica può fornire acqua grezza non di pregio per i vari usi produttivi, salvaguardando così l’acqua potabile da destinare sempre più al solo consumo umano”.