PARMA – Sala del Circolo di Lettura gremita per la
presentazione della strenna del Consorzio della Bonifica Parmense sulla
millenaria Badia Cavana. Vittor Ugo Canetti, autore delle sette tavole dei
capitelli, annuncia: "Attraverso questi disegni – spiega l’arista esperto di
Romanico – ho potuto dialogare con lo scalpellino che ci ha lasciato queste
opere immortali che già avevo incontrato in Duomo. La mano è la medesima".
Un attimo di silenzio e, quindi, un fragoroso applauso.
La scoperta rilevata dall’artista Canetti, è stata preannunciata, nella
giornata di venerdì dinnanzi a una sala gremita di oltre 250 persone presso
il circolo di lettura di via Melloni nel capoluogo, dasa Gianfranco
Fiaccadori, professore ordinario di Civiltà Bizantina presso il Dipartimento
di Storia delle Arti dell’Università di Milano "non è casuale se il
monastero fu voluto tra il 1106 e il 1115 da un committente d’eccezione: il
cardinale e vescovo di Parma Bernardo, legato apostolico di papa Pasquale II
e consigliere di Matilde di Canossa. Badia Cavana sino ad oggi poneva questo
grande interrogativo sulla sua origini. Addirittura si ipotizzò che potesse
essere servita come ‘scuola’ per il Duomo. Dall’opera di Canetti, che già ha
disegnato le sculture del Battistero e del Duomo, dimostrano che le
maestranze del Duomo di Parma successivamente, pare, abbiano prodotto
proprio i capitelli di questa Badia".
"Una scoperta eccezionale – commenta Paolo Conforti, presidente del
Consorzio della Bonifica Parmense – che porta ancora una volta Parma al
centro del fermento culturale portato dai secoli del monachesimo benedettino
e cistercense".


"Il nostro Consorzio – ha spiegato Amilcare Bodria, direttore dell’ente di
piazzale Barezzi – è uno dei principali strumenti per la difesa del
territorio in cui viviamo. E’ grazie alla nostra attività che le persone
possono vivere, lavorare e muoversi in condizioni di sicurezza idraulica in
49 comuni delle province di Parma, Piacenza, Genova e La Spezia,
dall’Appennino al Po: non è casuale, ad esempio, che proprio attorno a Badia
Cavana abbiamo attuato ben venti interventi di bonifica montana per
l’assetto dei versati e la regimentazione delle acque, naturalmente con le
migliori tecniche di ingegneria naturalistica".
"Il lavoro del Consorzio di Bonifica – ha detto il vescovo Enrico Solmi
– è importante anche per preservare questi monumenti espressione della
nostra religiosità nei secoli. Un grazie per quanto fatto con la singolare
coincidenza che S. Bernardo degli Uberti, committente di Badia Cavana, è il
patrono della nostra Diocesi".
Ringraziamenti assommati a quelli di Alcide Marchesi, vicesindaco di
Lesignano Bagni e dello storico Leonardo Farinelli: "E’ ricca di storia la
Badia di San Michele e possedeva anche molti beni alla cui dotazione e
incremento concorsero i Da Palude che mantennero il privilegio di essere
sepolti nella chiesa abbaziale: per quattro secoli fu una delle più
importanti comunità della congregazione valleombrosana".
Le sette tavole di Canetti sono state prodotte a costo zero per la
collettività ma grazie al contributo delle aziende che, negli anni, hanno
collaborato negli interventi di sicurezza idraulica. Infine, molto
applaudita è stata la presentazione di un cortometraggio che, in maniera
schematica ed efficace, esplica le innumerevoli azioni del Consorzio di
Bonifica Parmense e sarà divulgato prossimamente ai media della televisione.

Nella foto: la sala e i relatori