Dopo mesi di siccità e di sofferenza per il servizio irriguo, il maltempo è
arrivato non senza creare diverse situazioni critiche nel nostro territorio.
Il grave stato di perturbazione atmosferica che ha colpito il centro nord d’Italia
in questi giorni non ha infatti risparmiato il crinale appenninico, che ha
visto cadere oltre 240 millimetri di pioggia in due giorni, causando frane e
smottamenti in diversi comuni di montagna.
Il direttore del Consorzio di Burana Gianni Chiarelli informa che: "i
livelli di attenzione dei nostri tecnici erano già alti, a seguito del
bollettino diramato dalla Prefettura e dalle situazioni riscontrate durante
il costante monitoraggio effettuato mediante le nostre apparecchiature. Oggi
è scattato lo stato di allerta a seguito delle segnalazioni che abbiamo
ricevuto sui danni subiti dai Comuni di Montecreto, Fanano, Pievepelago,
Fiumalbo, Serramazzoni, Pavullo, mentre altre ne stanno arrivando. I tecnici
del Burana stanno effettuando in questi giorni i sopralluoghi per la
valutazione dei danni: la verifica e la stima delle ripercussioni di questi
squilibri meteorologici ci porteranno ad individuare le condizioni di
maggiore emergenza e a farci tramite, al di là delle nostre disponibilità,
nei confronti della mano pubblica per il reperimento dei finanziamenti
necessari a ristabilire le situazioni più compromesse."
A tale proposito il presidente del Burana Fausto Balboni aggiunge: "i danni
sono ingenti e non possiamo che notare come sia purtroppo spesso la montagna
a subire le conseguenze più gravi di queste brusche inversioni delle
tendenze meteorologiche. Dibattevamo fino a pochi giorni fa sulla necessità
di prolungare l’invaso dei nostri canali per garantire acqua per irrigare
nonostante la grave siccità degli ultimi mesi e sono arrivate piogge
torrenziali a controbilanciare e invertire la tendenza di stagione in modo
fin troppo repentino, come sempre più spesso accade.
Purtroppo questi disequilibri meteorologici producono il maggiore degrado
soprattutto nel territorio montano, dove già registriamo condizioni di
dissesto idrogeologico per cui non servirebbero semplici manutenzioni
straordinarie, ma veri e propri investimenti nelle opere e strutture. Ad
ogni modo, anche in questo caso, gestiremo le priorità con il fine di
massimizzare il risultato prodotto nel risanamento del territorio montano."