Dopo le piogge torrenziali di maggio-giugno, le scarsissime precipitazioni che si sono verificate dai primi di luglio ad oggi ci riportano alla negativa situazione di siccità autunnale che ha caratterizzato il 2006. Il presidente del CER- Canale Emiliano Romagnolo, Massimiliano Pederzoli, fa il punto su una campagna irrigua che tuttora continua, con il CER chiamato ad erogare – in mancanza di piogge – un milione di metri cubi di acqua al giorno. “Stiamo soddisfando senza problemi – dice Pederzoli –  tutte le richieste d’acqua del territorio attraverso i Consorzi di bonifica di 1° grado associati. Nell’ampia pianura bolognese e romagnola interessata dal CER nei mesi estivi è piovuto pochissimo: a luglio solo 27mm (-43% rispetto alla media), in agosto soli 11 mm (-80%), in settembre 37 mm (-46%), mentre ottobre sino ad oggi ha fatto registrare mediamente soli 2 mm d’acqua (-90%). Nel complesso del periodo la mancanza d’acqua è quindi di 165 millimetri (165 litri per metro quadrato) pari ad un deficit d’acqua piovuta di oltre il 65% rispetto alla media. Le scarse precipitazioni hanno portato ad un ulteriore abbassamento delle falde superficiali che già erano depresse per i fenomeni siccitosi delle annate precedenti. La profondità della falda superficiale ha aggravato ulteriormente lo stress idrico per le coltivazioni che non hanno potuto usufruire di questa alimentazione idrica sotterranea”. 

Durante l’estate le scarse precipitazioni estive sono state combattute facendo regolare ricorso all’irrigazione. Oggi che gran parte delle coltivazioni sono state ad oggi raccolte, si pensava che la siccità terminasse con qualche pioggia autunnale.  “Viceversa – aggiunge Pederzoli – nei terreni agricoli non c’è più nessuna presenza d’acqua, tanto che occorrerebbero circa 200-300 mm di pioggia per tornare a valori regolari. L’acqua nei terreni agricoli è ormai terminata e alcune coltivazioni ancora in campo sono in pericolo: Parecchi frutteti di kiwi e di mele tardive (come le Pink Lady) sono ancora da raccogliere e richiedono acqua, i fragolai in vegetazione per la produzione della prossima primavera soffrono di siccità, tutti i frutteti di 1 anno di età con radici ancora poco sviluppate necessitano di sostegno irriguo, le coltivazioni di lattughe, cicoria,  finocchio, spinaci esigono ancora acqua per sviluppare ed arrivare al raccolto, così pure le attività vivaistiche”. Ma la siccità colpisce anche colture importanti come il frumento. “In alcune zone il grano è stato seminato da qualche giorno, in altre le semine stanno per iniziare. L’assenza di pioggia rischia di causare una pessima germinazione del seme, od ancor peggio il granello dopo aver germinato si trova in terreno asciutto e muore, causando una scarsa densità di piante che porterà a basse produzioni nel 2009. I terreni secchi non riescono ad essere lavorati, e questo porta a ritardi nelle semine o a semine su terreni mal preparati, e quindi a cattive rese”.  

In mancanza di piogge, l’irrigazione è l’unico rimedio per la siccità ancora in atto. La portata del Po è ancora tranquillizzante e il CER preleva senza problemi. Con un grande sforzo tecnico ed economico, derivante dal prolungamento della stagione irrigua, l’acqua del CER sta salvando le rese di molte colture e quindi l’economia, gli sforzi e l’impegno di numerosissime aziende agricole da Bologna fino a Rimini. L’acqua distribuita dal CER nel 2008 è ad oggi di 221 milioni di metri cubi e si stima abbia portato ad un incremento produttivo valutabile in almeno 32 milioni di euro di PLV (produzione lorda vendibile). Infine Pederzoli ricorda che l’acqua del CER “continua ad alimentare il potabilizzatore di Ravenna, alleviando fortemente la crisi idrica del settore civile, che tante preoccupazioni ha destato nell’anno passato”. Nel 2007 la siccità portò anche all’emanazione dello stato di crisi idrica con l’urgente costruzione di due potabilizzatori (a Granarolo Faentino e Macerone di Cesena) alimentati da acqua del CER, per alleviare la mancanza d’acqua nella diga di Ridracoli.  

L’invaso dal quale dipendono gli usi potabili di gran parte della Romagna contiene oggi un volume utile di circa 5 milioni di metri cubi (5 giorni di attuale sollevamento da Po del CER), e quindi risorse ben superiori al 2007. “Il decremento di livello – conclude Pederzoli – è comunque di circa 30 cm al giorno e si spera che le imminenti precipitazioni possano scongiurare le forti preoccupazioni di cui si ha ancora fresco ricordo”.