Il romagnolo Enrico Santini è stato eletto vicepresidente dell’ANBI- Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni dal Consiglio dell’associazione che ha confermato Massimo Gargano alla presidenza per il triennio 2008-2011. Gli altri vicepresidenti sono Dante Dentesano e Donato Di Stefano.  Enrico Santini, riminese, 59 anni, è imprenditore agricolo a Coriano. Laureato in Filosofia, è stato a lungo impegnato nel sindacalismo agricolo come presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena-Rimini ed è attivo da 20 anni nel mondo della bonifica regionale a vari livelli. E’ stato presidente del Consorzio della provincia di Rimini e del Consorzio del Canale Emiliano Romagnolo, ed è presidente di Plurima, società partecipata da Romagna Acque. Nel ringraziare il Consiglio Anbi per la fiducia, Santini si è detto molto onorato di “tornare come romagnolo ai vertici nazionali della Bonifica tanti anni dopo nomi ‘storici’ come quelli degli emiliani Giuseppe Medici e Giorgio Stupazzoni”.  “Il sistema di Bonifica dell’Emilia Romagna – aggiunge Santini – è uno dei più importanti e rilevanti del Paese con quasi 19.000 chilometri di canali in gestione, 455 impianti di sollevamento delle acque, 2 dighe e 44 casse di espansione. Un sistema imponente che ogni anno distribuisce a fini irrigui, industriali e ambientali acque per oltre 1 miliardo di metri cubi contribuendo alla crescita di una delle agricolture più sviluppate del Paese oltre che alla difesa idraulica del territorio e alla salvaguardia degli equilibri ambientali”. La risorsa idrica, ben amministrata e gestita senza sprechi – conclude Santini –  è un irrinunciabile fattore propulsivo per una agricoltura specializzata e innovativa, ambasciatrice del “made in Italy” nel mondo, “che crea ricchezza non solo per le imprese agricole ma per tutti gli operatori economici del territorio”. Compito di una Bonifica moderna è quello di rispondere alle tante emergenze legate alla “questione acqua” – dalla difesa del territorio da piogge ed esondazioni alla siccità estiva – puntando sul risparmio, l’innovazione e su nuove politiche di gestione territoriale, quale un ‘Piano invasi’ per raccogliere, conservare e non sprecare una risorsa oggi così preziosa”.