Entro il 2030 ci si attende un aumento della
temperatura media di 2,5 gradi. Al Forum internazionale dell’acqua "La
rivoluzione blu: acqua, agricoltura, ambiente" tenutosi a Roma, Massimo
Gargano, presidente dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazione
(Anbi), ha rilanciato la cultura del ‘saper fare’ dei consorzi di bonifica.
L’esperienza dei consorzi emiliano – lombardi Parmigiana Moglia Secchia,
Bentivoglio Enza e Terre dei Gonzaga, oggi riuniti nell’impianto di
prelevamento sul Po a Boretto, uno dei più grandi d’Europa, non è colta di
sorpresa dai numerosi dati emersi dal forum organizzato da Anbi e Studio
Ambrosetti.

Invasi: "Si dia il via a un piano nazionale". In Cina sono stati costruiti 20.000 consorzi di bonifica sul modello italiano. Una sorpresa?
"E’ la dimostrazione – rispondono Marino Zani, Emilio Bertolini e Ada Giorgi
presidenti dei tre consorzi – che stiamo proponendo il modello più adeguato
alle esigenze dell’agricoltura. Ma, anche, del fatto che è solo attraverso
l’utilizzo consapevole dell’acqua che possiamo fare fronte ai problemi del
cambiamento climatico".
Massimo Gargano dice no ai grandi invasi e sì a piccoli e medi invasi.
"Non è più tempo per le grandi opere, sia per motivi di costi che di timori
presenti tra l’opinione pubblica. Il capitolo sulla diga di Vetto è chiuso,
ma esistono possibilità per piccoli- medi invasi sul Tassaro (tra
Castelnovo, Canossa e Vetto) e in località Stretta delle Gazze, sull’Enza
tra Parma e Reggio. E’ fondamentale prevedere a livello nazionale un Piano
nazionale degli invasi che ora manca e sarebbe un bene per la collettività".

Contro la cementificazione 80 protocolli di intesa in Pianura Padana già in essere. Il 13 e il 14 giugno scorsi tra Poviglio, Brescello e Castelnovo Sotto sono caduti 10 – 12 milioni di metri cubi d’acqua in 12 ore. I canali di bonifica
potevano smaltire solo per 4 – 5 milioni di metri cubi d’acqua. E così anche
in altre zone. Cosa sta succedendo? "Assistiamo a piogge con un’intensità e una frequenza a carattere tropicale. I nostri impianti sono ben mantenuti ma insufficienti per far fronte alla troppa acqua che arriva dalle città che crescono – entrano nel dettaglio i direttori degli enti consortili Salvatore Vera, Vito Fiordaligi e Laerte Manfredini – i dati lanciati in questo forum sono inquietanti. Si
urbanizzano 11 ettari di terreno al giorni in Emilia Romagna e in Lombardia
addirittura 18".
Quali le proposte innovative dei consorzi emiliano lombardi?
"Noi che gestiamo il territorio dobbiamo essere coinvolti in sede di
progettazione come consulenti alla buona programmazione. Non è casuale se
oggi sono già un’ottantina le convenzioni che abbiamo stipulato con tanti
comuni e Comunità Montane, ma non ancora con tutti. Le proposte che portiamo
sono quelle della migliore ingegneria idraulica: dalle vasche di laminazione
agli scolmatori, dalle aree verdi alle casse di espansione. Applaudiamo, in
questo senso, alla proposta portata da Gianni Alemanno, sindaco di Roma e
coordinatore Associazione nazionale Comuni d’Italia (Anci) di un protocollo
di intesa da siglare con l’Anbi. E’ il modello che perseguiamo da anni".

"Risparmiamo e la gente sta scoprendo il nostro ruolo silenzioso".
A proposito di acqua: Legambiente col suo presidente Vittorio Cogliati Dezza
ha denunciato: "Bisogna rivedere il Decreto Ministeriale sull’uso dei reflui
depurati per l’uso agricolo, perché i parametri italiani sono mille volte
superiori a quelli fissati dall’Organizzazione mondiale della Sanità".
"Se la temperatura sale, dobbiamo cercare nuove risorse idriche per
un’agricoltura più idroesigente proprio mentre aumenta la richiesta di
materie prime nel mondo. Oltre agli invasi, pensiamo anche ai reflui, che
però possono essere rifiltrati, ma anche a un organico Piano di
Conservazione delle acque: è questo lo strumento innovativo col quale
possiamo mirare al risparmio. L’esempio dell’irrigazione ‘assistita’ di
Irrinet è stata citata come esempio virtuoso al forum".
Proprio quando si parla di riordino, vi ha sorpreso il sondaggio Swg
presentato a Roma: il 74% delle aziende agricole (l’87% al nord) riconosce
come importante il ruolo dei Consorzi di Bonifica, valutazione altrettanto
positiva per l’85% degli amministratori del Nord, mentre più di un italiano
su tre sa di cosa di occupa un consorzio.
"Questi dati riconoscono il ruolo di chi ogni giorno lavora senza clamore
per la sicurezza e il bene di tutti – concludono i presidenti – accogliamo
per questo l’invito giuntoci a Roma dal Governo di dialogare in maniera
ancora più intensa con gli amministratori del territorio".
Intanto in Emilia Romagna prosegue il confronto tra bonifiche e Regioni sul
riordino: oggetto di discussione al tavolo sono la contribuenza urbana, il
coinvolgimento delle realtà extragricole nella governance delle bonifiche,
il reticolo minore presente nella collina e l’accorpamento degli enti
consortili.

Nella foto: i vertici delle 3 Bonifiche Parmigiana Moglia Secchia,
Bentivoglio Enza e Terre dei Gonzaga