"Siamo in stato di emergenza – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di
Bonifica Parmigiana Moglia Secchia – e a fronte di una piovosità media di 60
mm, nelle ultime 24 ore nel nostro comprensorio, stiamo operando per
garantire la sicurezza idraulica a fronte di una crescente urbanizzazione
che, sicuramente, richiede altre opere idrauliche a beneficio della
popolazione". Essere in stato di emergenza – aggiunge Salvatore Vera, direttore dell’ente con sede a Reggio Emilia – significa che nella nostra rete, tra il Reggiano
e il Modenese, le quote dell’acqua nei canali hanno raggiunto i massimi
livelli. Di conseguenza, abbiamo attivato tutte le procedure necessarie per
garantire al nostro comprensorio di continuare a scaricare le acque in Po e
in Secchia. Abbiamo 20 persone che, dallo stato di reperibilità, sono state
chiamate tutte in servizio e si trovano ai rispettivi posti per gestire le
operazioni di controllo e manovra: sono quattro tecnici, tre persone in
turno a Boretto (dove l’impianto deve ora funzionare 24 ore su 24 per
scaricare acqua in Po), altrettante a Mondine (sul Secchia) e dodici persone
per manovre nel comprensorio oltre a un carellonista e un escavatorista
all’opera".
Per sapere quanto sta accadendo abbiamo telefonicamente raggiunto Paola
Zanetti, ingegnere, dirigente d’area, responsabile del servizio di piena
della Parmigiana Moglia Secchia, che si trova sul territorio a presidiare le
manovre dello stato di emergenza.
"La piovosità di oggi e stanotte è stata aggravata dalla saturazione dei
terreni per le precipitazioni dei giorni scorsi che avevano saturato i
terreni. Le situazioni attualmente più critiche le registriamo a valle dei
centri abitati perché, come noto, le nuove urbanizzazioni portano afflussi
di acqua ai canali in tempi dieci volte superiori rispetto ai terreni
agricoli. Ci sono casi al limite di tracimazione, allora, proprio come sul
canale San Michele a sud di Reggio, per il quale è già previsto un notevole
progetto di ampliamento, ma anche sul collettore alla tangenziale Est di
Reggio: è stato realizzato da poco, ma la rete a valla è obsoleta e non
riesca a scaricare le acque. Problemi anche nella Bassa e nei collettori
principali di acque".
Tutta questa acqua dove va a finire?
"La Parmigiana Moglia Secchia scarica le acque nel Po (Boretto) e nel
Secchia (a Mondine e San Siro). Di solito questo avviene per gravità ma i
livelli dei due fiumi si stanno alzando e, per questo, abbiamo dovuto
attivare le pompe. Da stamattina (sabato 14 giugno) funziona l’impianto di
Boretto: abbiamo attivato tutte e cinque le pompe che svuotano ben 25 metri
cubi al secondo. Questa manovra si è resa necessaria anche per garantire
l’allontanamento delle acque del comprensorio della Bentivoglio Enza che qui
arrivano. Ci stiamo anche preparando per partire, entro sera, con l’impianto
di Mondine (che scarica in Secchia), dove attiveremo tre o quattro delle
cinque pompe disponibili: stanno uscendo attualmente 40 metri cubi al
secondo ancora a gravità, ma per poco, dato che il livello del Secchia si
sta alzando e oltrepassa i 7,5 metri a Ponte Alto, nei pressi della città di
Modena. A San Siro (in comune di San Benedetto Po) dovremo essere in gravità
continuare a uscire a gravità sul Secchia. Le previsioni danno ancora
pioggia, tutto questo non ci aiuta".

Nelle foto scattate nel pomeriggio del 14 giugno: sopra, il Cavo Naviglio tra Carpi, Rio Saliceto e Correggio; sotto, il Diversivo Bresciana a Villa Seta (Re). La rete dei canali consortili ha raggiunto i massimi livelli  

LA RETE DELLA PARMIGIANA MOGLIA SECCHIA
La rete della Bonifica Parmigiana Moglia Secchia è distribuita in un
comprensorio di 2.143 km quadrati, una rete di oltre 2.000 km di canali, tre
3 impianti per il sollevamento delle acque (dai canali di scolo ai fiumi
recettore), capaci di ‘smaltire’, assieme, oltre 150 mc d’acqua al secondo.
Poi ci sono le casse di espansione, ovvero aree allagabili dove è possibile
stoccare certi quantitativi di acqua: i tre Bacini di Novellara (10 milioni
di metri cubi), la cassa di espansione al servizio del Cavo Tresinaro (a Rio
Saliceto, 2,5 milioni di metri cubi), più altre otto piccole casse di
espansione a servizio dei centri urbani. A questo reticolo, si aggiunge una
serie di manufatti che consentono di spostare acque da un bacino all’altro
della Bonifica.