A Poviglio, nel reggiano, l’esondazione di un canale danneggiato dalle nutrie, nei giorni scorsi, ha causato un consistente rischio allagamento. E tra Modena e Reggio Emilia sono sempre più numerosi i danni a canali e argini, all’ecosistema e all’agricoltura. L’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica auspica l’eradicazione della nutria dal territorio nazionale. Ora c’è una stima: quella dei danni economici causati a impianti irrigui di bonifica tra Modena e Reggio Emilia: 588.000 euro. Una soluzione è quella proposta in provincia di Modena.

“Non potevamo derogare oltre” spiegano Marino Zani e Fausto Balboni, presidenti dei Consorzi di Bonifica Parmigiana Moglia Secchia, con sede a Reggio Emilia (e comprensorio di azione sulle due sponde del Secchia), e Burana, con sede a Modena, nel commentare il Protocollo d’intesa siglato con la Provincia di Modena, le Associazioni degli agricoltori, gli ATC MO 1 e MO 2, il Consorzio di Bonifica Reno Palata e l’Aipo per promuovere azioni finalizzate alla prevenzione dei danni idraulici, agricoli ed ecologici arrecati dalla nutria.

“Solo i danni economici che oggi citiamo ai nostri canali ed argini ammontano a oltre cinquecento mila euro: 426.000 euro in un solo anno a Modena, 161.000 a Reggio Emilia – proseguono i presidenti –. E’ un problema che ricade economicamente sulla collettività ma, soprattutto, mette a repentaglio la sicurezza idraulica delle aree limitrofe ai canali”.

“L’accordo che abbiamo sottoscritto tra noi Consorzi e la Provincia di Modena – aggiungono Zani e Balboni – intende risolvere un problema per la salvaguardia e tutela del territorio: dobbiamo procedere con il buon senso e mai dimenticare il fine”.

“La presenza di questi animali (Myocastor coypus) è ormai massiccia nelle nostre zone e oltre il livello di guardia. Consideriamo che sono state introdotte dal Sud America per ragioni legate al commercio della pelliccia di questo mammifero. Alcuni esemplari di nutrie sono scappati dagli allevamenti e hanno dato vita a una numerosa popolazione proprio negli ambienti umidi da loro privilegiati, causando danni al nostro ecosistema e ai nostri canali”.

 

“Dal punto di vista faunistico – aggiungono Salvatore Vera e Gianni Chiarelli, direttori dei due consorzi – non vi sono predatori naturali e le colonie di nutrie aumentano sempre più, come riscontriamo dall’aumento di perforazioni ai canali. La soluzione? Da quest’anno, grazie all’accordo siglato con la Provincia di Modena, vi sarà la possibilità non solo di attuare interventi di ripristino dei danni arrecati, ma anche la messa in opera di un programma di controllo e gestione di questi mammiferi”.

Quali le azioni per l’eradicazione delle nutrie?

“La strategia – rispondono i direttori – è quella di programmi di intervento ripetuti nel tempo e in sinergia tra i soggetti coinvolti: i consorzi, la Provincia (di Modena), le Atc ma anche le associazioni degli agricoltori. Questo proprio perché tra le missioni delle Bonifiche vi è anche quella tutelare il territorio e il programma di eradicazione delle nutrie rientra tra questi scopi”.

Nel protocollo di intesa sottoscritto figurano azioni di trappolaggio ed abbattimento delle nutrie, nell’ottica però di rispetto delle altre specie perché l’impegno di controllo del sistemi di cattura deve avvenire pressoché quotidianamente.Controllo, presidio, tutela del territorio in una visione ampia e strutturata che vede nuovamente i Consorzi di Bonifica in primo piano come soggetti nella salvaguardia del nostro territoriale.

Nelle foto, dall’alto: perforazione di nutria lungo l’argine di un canale; sotto Fausto Balboni e Marino Zani