A proposito dell’iniziativa promossa dall’associazione Mab Unico e sostenuta dal capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, sull’opportunità di non pagare il contributo previsto per legge al Consorzio di Bonifica della Romagna Centrale, l’Ente si sente in dovere di rispondere, fornendo una corretta e puntuale informazione ai cittadini, a tutela dell’attività del Consorzio, ma soprattutto nell’interesse dei contribuenti stessi, che potrebbero incorrere in sanzioni a loro carico in caso di inadempienza. Il pagamento del contributo è anzitutto un obbligo di natura tributaria, stabilito per legge e ripartito sui proprietari di immobili del comprensorio di riferimento, in base al beneficio derivante dalle opere e dall’attività di bonifica svolta dal Consorzio stesso. Per meglio comprendere i benefici che derivano ai cittadini è sufficiente ricordare che il territorio del Comune di Ravenna è quasi totalmente collocato sotto il livello del mare e necessita per tanto di opere continue di bonifica come canali di scolo e impianti a sollevamento meccanico delle acque per mantenersi all’asciutto.  Per essere precisi, circa l’80% del territorio comunale (45mila ettari) è sottoposto a scolo meccanico delle acque ed è servito da idrovore che sollevano e allontanano le acque regimate di oltre 700 km di canali per un totale di circa 100 milioni di metri cubi di acqua all’anno. Va precisato peraltro che la realizzazione e la manutenzione di queste opere essenziali all’attività di bonifica di pianura, è quasi completamente a carico del Consorzio, che le finanzia attraverso la contribuenza, mentre la Regione Emilia Romagna dispone di finanziamenti soltanto per le opere di difesa del suolo nel territorio di montagna. Oltre la metà di queste attività di bonifica idraulica recano beneficio agli immobili posti proprio nel centro abitato della città, comportando un vantaggio di conservazione, ma anche di aumento del valore degli immobili stessi. Questo contributo non va in alcun modo confuso con quello relativo al servizio di scolo o fognatura, fornito e conseguentemente fatturato da Hera.  A tutela del contribuente vogliamo rimarcare che il mancato pagamento di questo contributo, a differenza di quanto pericolosamente sostenuto dai rappresentanti di Mab Unico, comporta sanzioni anche pesanti per i contribuenti, come il fermo macchina o l’ipoteca legale sugli immobili. Gli sporadici ricorsi attuati negli ultimi anni contro il Consorzio presso le commissioni tributarie provinciali sono stati tutti respinti a fronte del riconoscimento in sede giudiziale dell’effettivo beneficio fruito.  

 

" In caso di dubbi o perplessità sull’entità del contributo richiesto o sul suo significato – precisa Giancarlo Bubani, presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna Centrale – i nostri uffici sono a completa disposizione per fornire tutte le spiegazioni del caso, senza bisogno di ricorrere ad azioni illegali,  che esporrebbero il contribuente a onerose conseguenze. Confidiamo comunque nel senso civico dei nostri concittadini, che fino ad oggi nel 98% dei casi hanno risposto positivamente agli avvisi di pagamento. A chiunque si faccia portavoce di questo genere di azioni collettive basate su una presunta iniquità fiscale, ci sentiamo di rispondere che esistono vie legittime e prefigurate dalla legge per modificare le disposizioni presenti, e sono quelli gli strumenti a cui fare legittimamente ricorso".